Nel suo discorso il presidente del Consiglio di stato, Alojz Kovšca, ha ricordato i membri dell'organizzazione antifascista slovena TIGR, allora in territorio italiano, che si scontrarono con una ronda italiana. “Non siamo mai stati un popolo di aggressori, ci siamo, però, saputi difendere”, ha rimarcato l’oratore solenne incitando a non rimanere in silenzio di fronte alle lotte per libertà e indipendenza di altre piccole nazioni. Il premier uscente, Janez Janša, ha, invece, deposto la corona al memoriale dell’organizzazione rivoluzionaria.
La scelta del luogo dove celebrare la ricorrenza ha suscitato il dissenso delle organizzazioni dei veterani, che reputano l’atto un tentativo di distorcere il ruolo del Fronte di liberazione, che venne fondato proprio il 27 aprile. Dopo decenni è stato confermato che l’effettiva fondazione avvenne il giorno prima, anche per questo motivo le celebrazioni, numerose in tutto il Paese, si svolgono in due giornate.
Per il medesimo motivo dei veterani non ha preso parte alla cerimonia il presidente della Camera di Stato, Igor Zorčič. Il presidente della Repubblica, Borut Pahor, impegnato con il suo omologo croato a Zagabria, aveva anch’esso comunicato il suo disaccordo, ma vi avrebbe comunque partecipato se presente sul suolo sloveno. Il Capo di Stato, però, celebrerà il 27 aprile al Palazzo presidenziale per la giornata delle porte aperte e poserà una corona commemorativa al monumento dedicato all’OF a Rožna dolina.
Maja Cergol