Alla Giustizia servivano certezze e la candidatura di Andreja Katič arriva nei modi e tempi corretti per assicurare quelle che lei spiega come "decisioni sulla magistratura che non possono avvenire senza la magistratura stessa". Un giro di parole per esprimere la necessità di dialogare con il corpo giudiziario e di lavorare sodo fin da subito. Katič conosce bene le dinamiche ministeriali, avendo lavorato nei governi Cerar e Šarec, peraltro con quest'ultimo proprio come Guardasigilli, e quelle parlamentari, essendo stata anche presidente della Commissione che l'ha ascoltata oggi, come ha tenuto a precisare fin dalle prime battute. Esperta e rodata insomma, come ha dimostrato durante tutta la seduta condotta con piglio deciso, infatti il suo nome era circolato già nel 2022 durante la formazione del governo Golob. Ma nella girandola delle nomine per lei spuntò solo una posizione da sottosegretaria al ministero della Coesione Territoriale, da dove si trasferirà forse già la prossima settimana.
Katič ha detto che non intende nascondere la polvere sotto il tappeto al ministero, però è difficile immaginare un repulisti generalizzato. E' consapevole di assumere la guida di un dicastero con una reputazione molto offuscata da una gestione spericolata delle locazioni immobiliari, con le ombre su Celje e Dobrunje che si vanno a sommare al caso di Lubiana, che ha portato la maggioranza sull'orlo di una crisi di governo. Le dimissioni di Dominika Švarc Pipan, infatti, hanno aperto un fronte politico solo in parte risanato, che ha comunque lasciato sul terreno della Giustizia molti dossier spinosi. Katič ne è consapevole e ha detto di voler agire con rapidità. Sulla questione degli stipendi dei giudici intende intervenire con una legge ad hoc entro la metà dell'anno, d'intesa con il premier, per l'esecuzione della sentenza della Corte Costituzionale che è già in ritardo di due mesi. E chi sa se non ci sarà qualche sorpresa nel passaggio di consegne con Švarc Pipan, che ha detto di aver preparato altri rapporti, dopo essere stata scaricata dal suo partito. Per questo Katič in commissione ha anche detto che sospenderà tutte le autorizzazioni di firma concesse ai dipendenti del ministero, "non per mancanza di fiducia, ma per verificare di persona conoscenze e competenze".
Valerio Fabbri