In una Piazza della Repubblica gremita, dove erano presenti numerosi intellettuali e anche molti “ciclisti”, quelli delle proteste antigovernative andate di scena ogni venerdì, si sono dati appuntamento i sostenitori della manifestazione a sostegno dello sciopero in seno a RTV Slovenia, dal titolo "Raduno per la RTV pubblica". I messaggi emersi sono stati chiari, oltre alla richiesta delle dimissioni dei vertici della radiotelevisione pubblica, in primo luogo del direttore di TV Slovenia, Uroš Urbanìja, un fermo no alle discriminazioni esercitate nei confronti dei dipendenti del programma informativo di TV Slovenia e del Centro multimediale e la richiesta del dialogo sociale e un'intesa sulla politica dei quadri e la richiesta di finanziamenti stabili. Intervenuta dinanzi la folla, La Presidente del coordinamento dei sindacati, Helena Milinkovć ha detto che si è deciso di inasprire le attività legate allo sciopero che sta durando da diversi mesi “dopo 12 tornate negoziali con la dirigenza RTV non è stato segnato alcun progresso” ha detto la Milinković aggiungendo che “la direzione fa di tutto per sottrarsi dalle responsabilità. Non ha tuttora risposto alle violazioni commesse e segnalate da parte dell’attivo e del sindacato dei giornalisti”. Dure poi le accuse che sono state indirizzate dalla Milinković alla dirigenza “I datori hanno preso sotto controllo le trasmissioni informative, compresi i contenuti dello sciopero” ha detto invitando il governo e i restanti organi preposti ad intervenire d’urgenza per la soluzione delle problematiche RTV. La Milinković ha inoltre ricordato che durante lo sciopero Uroš Urbanija, Direttore di Tv Slovenia ha condotto i principali appuntamenti informativi con il consenso del direttore generale Whatmough. “Chiedo scusa ai telespettatori per aver assistito ad un tg amatoriale” ha detto sempre la Milinković. Quanto sta accadendo a Tv Slovenia è osceno, ha detto sempre la Milinković, “richiediamo la cultura del dialogo”, ha detto la Presidente del coordinamento dei sindacati rimarcando la richiesta dell’esonero di Urbanija.
Dionizij Botter