Foto: Valerio Fabbri/Radio Capodistria
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Il sostegno che Janković ha espresso al presidente serbo a nome di tutti i residenti di Lubiana è inaccettabile: servono le scuse oppure le dimissioni. E’ senza mezze misure la richiesta che il collettivo di persone riunite sotto la sigla “Siamo Lubiana” ha rivolto al primo cittadino della capitale. La marcia di protesta è partita dalla sede dell'ambasciata serba, cordonata e controllata da diverse decine di poliziotti, per terminare davanti alla sede del municipio. In testa gli studenti dell'Accademia di teatro, radio, cinema e televisione, che hanno letto e sostenuto le richieste degli studenti serbi. Tra le altre cose, chiedono la pubblicazione della documentazione relativa alla ricostruzione della stazione ferroviaria di Novi Sad, l'incriminazione di coloro che hanno aggredito fisicamente studenti e professori a Belgrado, e un aumento del 20 per cento dei fondi di bilancio per le facoltà statali. Alcune centinaia le persone che sono scese in strada, bloccando per un quarto d’ora uno dei principali incroci di Lubiana prima di rimettersi in cammino verso la sede del municipio, dove hanno nuovamente chiesto a Janković di scusarsi. Ma nella manifestazione di solidarietà ai manifestanti serbi, si è ora creato anche uno spazio per attaccare direttamente il sindaco, con accuse di corruzione e clientelismo politico. “Lubiana siamo noi, non abbiamo bisogno di un sindaco”, hanno gridato a più riprese. La Commissione per le relazioni internazionali del Consiglio comunale ha fatto sapere di non essere a conoscenza di alcuna lettera ufficiale a sostegno di Vučić, aggiungendo comunque l’intenzione di prenderne le distanze. Se nulla dovesse cambiare, il prossimo appuntamento è fissato per il 15 marzo.

Valerio Fabbri

Foto: MMC RTV SLO
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Foto: Valerio Fabbri/Radio Capodistria
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Foto: BoBo/Borut Živulović
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Foto: Valerio Fabbri/Radio Capodistria
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