La colpa principale della Bobnar sarebbe quella di aver iniziato a smantellare il filo spinato al confine con la Croazia ed in generale il suo atteggiamento troppo blando nei confronti di quella che è definita l’immigrazione clandestina. La ministra è accusata di fare di tutta l’erba un fascio confondendo profughi e migranti. In parole povere starebbe applicando quello che viene definito “il principio del multiculturalismo”, osteggiato dai Democratici.
In sintesi, con il suo lavoro avrebbe tratto in inganno l’opinione pubblica in fatto di migrazioni, avrebbe prevaricato i suoi poteri ed avrebbe fatto diventare la Slovenia uno dei paesi d’arrivo dei migranti. A suffragio di tale affermazione Branko Grims, uno degli uomini simbolo del partito di Janez Janša, ha detto che il numero di immigrati clandestini è del 13% superiore rispetto al totale dello scorso anno e che le domande d'asilo sono di quattro volte superiori. Tra i capi d’accusa anche le mancate indagini connesse ad una brutta vicenda di reati a sfondo sessuale che si sarebbero verificati nel giro di una nota galleria d’arte. Poi ci sono le accuse di favoritismo nel processo di raccolta delle firme di sostegno per le presidenziali.
In sintesi, l’opposizione riprende ad usare il classico strumento per prendere di mira il governo. Nella sua faretra, comunque, ci sarebbero anche una serie di frecce da destinare ad altri ministri. Intanto nel paese continua a crescere la polemica per la decisione della coalizione di governo di rinunciare ad una fornitura di nuovi blindati per l’esercito. Se ne è discusso in una polemica seduta del Comitato difesa della Camera. Per Nuova Slovenia e Democratici, vista la situazione in Ucraina, sarebbe necessario procedere rapidamente all’ammodernamento dell’esercito sloveno e simili decisioni metterebbero a repentaglio la sicurezza del paese.
Stefano Lusa