NO ad un abbinamento delle elezioni parlamentari con il referendum consultivo sulle modifiche alla legge che regolamenta l'imposta sul reddito delle persone fisiche. Il Partito Sinistra, che propone la consultazione popolare, si dice assolutamente contrario a una eventualità del genere e al suo interno si sta discutendo in merito alla possibilità di ritirare l'iniziativa referendaria. Secondo il coordinatore, Luka Mesec, le elezioni saranno un plebiscito su un doppio quesito: cioè se la Slovenia sarà uno stato in grado di garantire una sanità e una scuola pubblica gratuite, uno stato che costruirà alloggi e realizzerà infrastrutture o se verrà lasciato in mano alle lobby che, grazie al taglio delle tasse lo porteranno allo sfinimento, con sempre meno servizi e infrastrutture pubblici a disposizione dei cittadini che dovranno pagare sempre di più di tasca propria. “Respingiamo la proposta di offuscare con un referendum che propone un solo quesito”, afferma Mesec, “il futuro del paese che verrà deciso alle prossime elezioni. La legge che il governo si propone di fare approvare dal Parlamento entro la fine del mandato è dannosa”, così ancora Mesec, “porta un buco di 800 milioni nel bilancio”. L'idea di abbinare il referendum promosso dalla Sinistra con le parlamentari che si svolgeranno probabilmente il 24 aprile era stata espressa venerdì scorso dal premier Janez Janša dopo il vertice della coalizione a Brdo. "Siano i cittadini a decidere finalmente se sono favorevoli o meno ad avere stipendi più alti", aveva detto, spiegando che l'accorpamento referendum-elezioni servirebbe ad evitare costi aggiuntivi e a non andare alle urne per due volte in breve tempo. La proposta di modifiche alla legge sul redito delle persone fisiche prevede tra l'altro sgravi di imposta dagli attuali 3.500 euro a 7.500 euro fino al 2025. Contiene altre novità osteggiate da gran parte dell'opposizione secondo la quale sono pericolose per la sostenibilità dei conti pubblici e portano i maggiori vantaggi ai più ricchi. Intanto alla riunione del comitato governativo per gli affari economici, l'esecutivo ha deciso di non esprimere parere contrario ad una consultazione popolare che abbia come tema le modifiche alla legge in questione.
Delio Dessardo