Sabato scorso è entrata in vigore la modifica del regolamento sull'uso efficiente dell'energia. La normativa originaria, del 2022, prevedeva che alcuni generatori di calore non saranno più consentiti, tra cui le caldaie elettriche tradizionali. Secondo il Ministro Jože Novak la legge modificata è più rispettosa dello stile di vita e tecnologicamente neutrale. La normativa originale stabiliva che caldaie, pannelli, radiatori elettrici e riscaldamento a pavimento con l'anno 2025 non sarebbero più consentiti, e limitava quindi l'installazione di questi apparecchi. Il Ministero delle Risorse Naturali e dello Spazio ha soppresso l'articolo 17 che vedeva emendamenti che limitavano la reinstallazione delle caldaie elettriche in edifici esistenti in caso di lavori di ripristino o manutenzione, che aveva suscitato un vespaio di critiche. Il Ministro Novak ha dichiarato che lo Stato non si intrometterà più negli appartamenti o nelle abitudini di vita delle persone perché ha recepito i messaggi ricevuti dai cittadini. Ciascuno installerà e utilizzerà secondo le proprie possibilità i dispositivi più avanzati, quindi non è necessaria una regolamentazione specifica in merito. Allo stesso tempo il Ministero ha corretto e liberalizzato anche la parte del regolamento che fa riferimento agli edifici nuovi e a quelli completamente ricostruiti, non prescrivendo quali dispositivi possano essere utilizzati. Novak ha detto di ritenere che in questo modo sarà più realistico e facile usare soluzioni che hanno compiuto progressi nel campo dell'aumento dell'efficienza del consumo energetico senza causare disagi alle persone, costrette a soluzioni impossibili. Nell'ambito dell'eco-fondo sono disponibili sussidi per il miglioramento e la sostituzione dei dispositivi di riscaldamento, è stato pubblicato un bando a fondo perduto per ridurre la povertà energetica delle fasce più deboli, e tra breve verrà pubblicato un ulteriore bando che riguarderà le agevolazioni per la sostituzione degli apparecchi per la preparazione dell'acqua calda sanitaria.
Franco de Stefani