L'istituzione delle pattuglie miste italo-slovene lungo la frontiera comune per fronteggiare i passaggi clandestini, oggi all'esame del comitato interni della Camera di Stato. Secondo i promotori della riunione, i deputati di Nuova Slovenia, il pattugliamento è un errore che potrebbe avere conseguenze negative a lungo termine, in quanto intercettare migranti clandestini al confine con l'Italia vorrebbe significare che la Slovenia non controlla la situazione al confine esterno di Schengen, quello con la Croazia. Anche nella coalizione di governo esistono pareri divergenti sull'utilità o meno di questa iniziativa. Il ministro dell'interno, Boštjan Poklukar, ha detto che il sistema delle pattuglie miste, operative dal primo luglio, sta dando risultati, non si tratta, ha rilevato di controllare gli ex valichi, bensì in prevalenza il confine verde tra i due paesi. Per quanto riguarda i controlli con la Croazia, ha fornito alcune cifre; sono oltre 6 mila i migranti clandestini arrivati in Slovenia da inizio anno, più di 4 mila sono stati restituiti alle autorità croate, segno che la frontiera è sorvegliata efficacemente dalle forze di polizia, alle quali sono state affiancate anche alcune unità dell'esercito. La maggior parte dei clandestini proveniva da Pakistan, Bangladesh, Algeria e Marocco, paesi che non si possono considerare teatro di conflitti armati. Circa 170 invece i clandestini riconsegnati dalle autorità italiane a quelle slovene. Poklukar ha poi ricordato che pattuglie miste sono operative anche alla frontiera tra Slovenia e Croazia e, in forma minore, tra Slovenia e Ungheria. Il ministro dell'interno ha infine evidenziato il problema dei traffici organizzati di clandestini, da trafficanti di esseri umani senza scrupoli, che lucrano su questo fenomeno e realizzano guadagni enormi.
Delio Dessardo