Foto: BoBo/Žiga Živulović ml.
Foto: BoBo/Žiga Živulović ml.

"Sono soddisfatto che gli sforzi della Slovenia, che collabora con Italia e Croazia per frenare l'immigrazione clandestina, siano stati riconosciuti". Lo ha dichiarato il ministro dell'Interno Boštjan Poklukar, dopo la riunione a Bruxelles con i colleghi dell'Unione Europea. Ha sottolineato l'importanza di un approccio unitario da parte dell'UE nel rimpatriare i migranti che non hanno il diritto di rimanere nei paesi comunitari. Il formato trilaterale messo a punto da Slovenia, Croazia e Italia, con le pattuglie miste anche alla frontiera tra Croazia e Bosnia-Erzegovina, quindi ai confini esterni dell'Unione Europea e dell'area Schengen, assieme alla rafforzata collaborazione con i paesi dei Balcani occidentali, soprattutto nel fronteggiare le organizzazioni criminali dedite al traffico di esseri umani stanno dando risultati. La Slovenia sostiene la modifica del mandato dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, Frontex, in modo che in futuro possa aiutare anche paesi terzi, inclusi quelli dei Balcani occidentali, a rimpatriare i migranti nelle nazioni di origine, rileva il ministro. Si tratta di uno degli aspetti fondamentali per una politica migratoria globale e credibile, ha detto Poklukar, ribadendo l'importanza di un approccio comune, coinvolgendo in una partnership attiva tutti i paesi interessati dalle correnti migratorie, anche al difuori dell'UE. I ministri dell'Interno hanno confermato la graduale introduzione di un nuovo sistema elettronico per l'ingresso e l'uscita dei cittadini dei paesi terzi alle frontiere esterne dell'UE. Potrà vietare l'ingresso per un periodo di 90 o 180 giorni. Il sistema includerà la lettura delle impronte digitali o la fotografia di persone che attraversano la frontiera per la prima volta. I dati saranno conservati in un file digitale, che sostituirà i timbri sui passaporti. Il sistema dovrebbe essere operativo entro la fine dell'anno.

Delio Dessardo