Da una parte gli adepti di Ladislav Troha, l’ex maggiore dell’esercito, a capo del Partito degli abitanti consapevoli della Slovenia, dall’altra Zoran Stevanović con Resni.ca. Troha, quello che con i suoi aveva fatto irruzione negli studi di RTV Slovenia, aveva allestito per primo l’impianto di amplificazione ed ha invitato Stevanović ad unirsi a loro per far fronte comune contro il governo e contro tutta la classe politica, colpevole di portare il popolo verso la catastrofe. L'invito non è stato raccolto. Quelli di Resni.ca quando ne hanno avuto abbastanza dei discorsi di Troha, hanno fatto andare i loro altoparlanti. A quel punto tra i due gruppi c’è stata anche un po’ di tensione, risolta poi con un conciliabolo tra i due leader. In piazza solite bandiere slovene, cartelli contro i vaccini, contro il green pass ed anche le stelle di David.
Lo scopo della manifestazione era quello di allestire un vero e proprio “festival della libertà”, ma anche di impedire che il parlamento approvi il prossimo pacchetto di interventi anticovid, che avrebbe -a detta di Stevanović- conseguenze catastrofiche per gli abitanti della Slovenia. Soliti discorsi su presunti complotti per ridurre la popolazione, sulla pericolosità dei vaccini e fantasiosi dati “scientifici” sulla loro mortalità, soprattutto se somministrati ai bambini. Anche questa volta non sono mancate le mamme “consapevoli”, che lottano affinché i loro bambini non portino le mascherine a scuola, non si testino e non facciano il vaccino.
Poi tutti, ancora una volta, per le vie di Lubiana. La marcia è stata lanciata al motto “gremo na kuhanček” (andiamo a berci un vin brulé). Tra poche ore, infatti, scatterà il divieto di vendita di cibo e bevande nei mercatini di Natale.
Tutto è filato via liscio sino a che i manifestanti non hanno trovato il blocco della polizia nei pressi del tribunale di Lubiana. Lì è partito qualche spintone. La polizia in assetto antisommossa, con le unità cinofile e l’uso dei manganelli, ha fermato alcune persone. A quel punto la manifestazione si è sciolta.
Intanto, stando a quanto riporta il portale N1, il ministero dell’Interno è intenzionato a chiedere ai presunti organizzatori di coprire le spese sostenute per garantire la sicurezza delle manifestazioni non autorizzate.
Stefano Lusa