
Per ora don Marko Ivan Rupnik, il prete sloveno accusato di abusi a sfondo sessuale perpetrati ricorrendo a presunte motivazioni teologiche al fine di adescare le sue vittime, non è stato ancora giudicato e, a quanto pare, nessun processo è stato ancora avviato. Il prelato sloveno, come riporta il giornale online "La Nuova Bussola quotidiana", continuerebbe, infatti, a godere della protezione di figure di primo piano delle alte sfere ecclesiastiche come il cardinale Angelo De Donatis, che affidava a Rupnik predicazioni, ritiri, esercizi, meditazioni.
Una rete di conoscenze che ha fatto sì che Rupnik, insieme ad una serie di suoi adepti, che gestivano con lui il Centro Aletti dove sarebbero stati perpetrati alcuni degli abusi, abbiano trovato rifugio nel convento delle Suore benedettine di Priscilla, a Montefiolo, in provincia di Rieti, dove a dire del giornale ormai il suo gruppo imperversa da alcune settimane, con piena libertà di movimento e di residenza, senza che nessuno all’interno del mondo ecclesiastico batta ciglio. Il Cardinale De Donatis si sarebbe, infatti, fatto nominare dalla Sante Sede Commissario Pontificio delle monache e così si è impossessato dei beni mobili ed immobili delle suore, che dal racconto riportato sul giornale vivono ormai ostaggio di Rupnik e dei suoi.
Il sospetto sollevato dai media è che, a scapito delle Benedettine di Priscilla, a Montefiolo si stia allestendo la nuova dimora della comunità che viveva a Casa Aletti, dal momento che lo stabile di Via Paolina è di proprietà della Compagnia di Gesù, che probabilmente vorrà tornare ad averne anche l’uso.
Infine sul giornale viene fatto notare come coloro che stanno gestendo il caso, per la scelta del luogo di residenza di Rupnik stiano dimostrando poca attenzione per la gravità delle accuse, ma anche poco rispetto nei confronti delle vittime , visto che ill convento è situato a pochi chilometri da dove risiede una delle accusatrici di Rupnik, Gloria Branciani, grazie alla cui denuncia è stato scoperchiato questo vaso di Pandora.
Barbara Costamagna