Piccoli gruppi, una sola educatrice e non due, divieto di scambiarsi i giocattoli (che dovranno essere lavabili), attività il più possibile all'aperto, attenzione ad evitare assembramenti all'arrivo e all'uscita. Sono alcune delle misure anti-contagio che saranno adottate in asili e scuole materne della Slovenia al momento della riapertura programmata per il 18 maggio. L'imperativo è quello di garantire sicurezza ai piccoli e anche ai loro insegnanti.
Per cominciare si è trattato di capire quanti saranno effettivamente i bambini che rientreranno, racconta Monika Bertok, direttrice del Giardino d'infanzia Delfino blu di Capodistria, struttura che conta sei sedi e 240 iscritti. "Abbiamo alle spalle due giorni molto intensi visto che abbiamo dovuto contattare in pratica tutti i genitori per verificare le reali necessità delle famiglie per la settimana dal 18 al 22 maggio. I bambini che rientreranno saranno circa la metà".
E poi bisogna dare una risposta ai molti interrogativi di genitori e dipendenti. "Cerchiamo di informare per quanto ci è possibile, sulla base delle indicazioni ministeriali e delle linee guida che abbiamo ricevuto dall'Istituto di sanità pubblica. In breve ci stiamo dando da fare in vista della ripresa".
Le incognite e i rischi questa riapertura? "Le domande sono tante, a cominciare dalla formazione di gruppi più ristretti (con un massimo da 8 a 10 bambini, secondo l'età) ciascuno dei quali affidato a un unico educatore o a un'unica educatrice. Un'assurdità, una persona che lavora da sola per l'intera giornata. E poi comunque la paura del virus, perché il rischio c'è ancora. Procediamo quindi con grande cautela, prendendo in considerazione tutto quello che ci viene suggerito, però non è una cosa semplice".
Al Delfino blu la suddivisione dei piccoli iscritti in gruppi numericamente ridotti non comporterà almeno nella fase iniziale problemi di spazio. Che però potrebbero proporsi nelle prossime settimane, con il graduale rientro al lavoro di un sempre maggior numero di mamme e papà.
Ornella Rossetto