La Slovenia ha proclamato l'epidemia di coronavirus su tutto il territorio nazionale. La direttiva è scattata formalmente alle 18 e prevede tutta una serie di provvedimenti. Viene attivata a tempo pieno la protezione civile. Da lunedì chiuse scuole di ogni ordine e grado, già questo venerdì attività ridotta negli istituti. Il ministro della Salute, Aleš Šabeder ha fornito l'ultimo bollettino dei contagiati, fino alle 18 erano 96. Il nuovo coronavirus si estende senza interruzioni e nei paesi dell'Unione Europea scarseggiano equipaggiamenti di protezione. Entriamo nella seconda fase, ha detto il ministro; i malati che necessiteranno di ricovero ospedaliero verranno accettati anche da ospedali regionali. Da lunedì stop a tutte le visite specialistiche, agli interventi chirurgici, ad eccezione di quelli classificati come molto urgenti o urgenti. Šabeder ha poi denunciato casi di pazienti con sintomi da coronavirus che non rispettano il protocollo, non si recano, come stabilito, nei punti di prelievo per il test del tampone, siamo testimoni di episodi di insofferenza e addirittura violenza nei confronti del personale medico. Informeremo l'opinione pubblica in merito alle sanzioni per quanti violeranno la quarantena, minacciando in questo modo gli altri, ha avvertito ancora Šabeder. L'epidemiologo Janez Tomažič invita dal canto suo a evitare assolutamente luoghi affollati, l'estendersi quotidiano del coronavirus è ormai esponenziale, avverte.
Per limitare la diffusione del coronavirus, la Conferenza episcopale della Slovenia ha deciso di annullare tutti i riti religiosi, tra Sante messe, a partire da questo venerdì e fino a nuovo ordine. Matrimoni e battesimi saranno posticipati, vietate invece le messe ai funerali, che dovranno svolgersi nel rispetto delle direttive delle autorità competenti. I sacerdoti celebreranno le Sante messe in privato, senza la presenza dei fedeli. Informazioni a riguardo verranno affisse agli ingressi delle chiese.
Delio Dessardo