Al momento risulta sotto controllo, l'area sotto San Servolo, nell'entroterra capodistriano, ma sono ancora attivi due focolai, hanno spiegato i responsabili dei Vigili del Fuoco impegnati in nottata sul luogo nei controlli dei focolai. Preoccupa la bora. Sono 120 i pompieri che hanno passato la notte sul posto per scongiurare il peggio.
Il rogo, divampato già la notte precedente al confine tra Slovenia e Italia, era stato circoscritto nell'arco della mattinata, poi la forte bora ha alimentato le fiamme in maniera rapidissima e incontrollata, arrivando a minacciare le case, tanto che ieri sera i cittadini delle frazioni di Prebenico e Crociata sono stati evacuati con un'ordinanza emessa dal sindaco Sandy Klun ed hanno passato la nottata nella palestra allestita a dormitorio presso il comune di Dolina. Oggi in mattinata, se la situazione lo permetterà, potranno fare ritorno nelle loro case.
Stamane è comunque previsto nuovamente l'impiego di mezzi aerei. Ieri sono stati operativi fino a notte tre elicotteri antincendio militari sloveni, oltre a un Pilatus, due elicotteri e due Canadair italiani. A supporto dei Vigili del Fuoco di Trieste sono giunte anche squadre dai comandi di Gorizia, Udine e Pordenone, oltre a mezzi messi a disposizione dalla direzione regionale vigili del fuoco Veneto, partiti dai comandi di Verona e Venezia.
e fiamme hanno distrutto finora circa 15 ettari di superficie boschiva, ma anche pascoli e oliveti. Un problema è inoltre rappresentato anche dalla difficoltà di reperimento dell'acqua per lo spegnimento, da qui l'appello rivolto anche dal sindaco di Capodistria, Aleš Bržan, a ridurre l'approvvigionamento idrico al minimo indispensabile. Ieri autocisterne che rifornivano quotidianamente il centro di pompaggio e distribuzione a Cepki, nell'entroterra capodistriano, per le necessità dell'acquedotto del Risano, sono state dirottate sui luoghi dell'incendio.
Sulle cause del rogo per ora le autorità invitano a non fare speculazioni, si sta indagando su chi o cosa possa aver innescato gli incendi.
Davide Fifaco