In un comunicato stampa l’Unione Italiana segnala il caso di Giuseppe De Stena che non sarebbe un caso isolato, vista l’interpretazione restrittiva delle disposizioni giuridiche e costituzionali che garantirebbe il diritto al bilinguismo esclusivamente agli appartenenti alla Comunità nazionale italiana autoctona e non dunque anche ai cittadini italiani trasferitisi nei territori nazionalmente misti dell’Istria slovena. Richiamandosi all’articolo 11 della Costituzione, Maurizio Tremul ricorda che essendo l’italiano lingua ufficiale e diritto del territorio, coloro che vi risiedono permanentemente o temporaneamente hanno diritto ad utilizzarla quale lingua ufficiale. Il presidente dell’UI riporta anche le sentenze della Corte di Giustizia della Comunità Europea che stabiliscono che nei procedimenti civili e penali, negli stati dell’Unione Europea, ai cittadini europei viene riconosciuto il diritto di avvalersi della loro madrelingua qualora il Paese in cui è in corso il processo riconosce ai propri cittadini di avvalersi della medesima lingua. Nelle aree nazionalmente miste dove l’italiano è lingua ufficiale accanto allo sloveno, nei procedimenti giudiziari e amministrativi - spiega Tremul - l’uso dell’italiano deve essere consentito non solo per i cittadini sloveni, ma anche ai cittadini europei che esprimono il desiderio di avvalersi della lingua italiana nella comunicazione con gli uffici pubblici. La missiva dell’Unione Italiana è stata trasmessa a tutta una serie di ministeri, enti e istituzioni, con l’auspicio che le argomentazioni possano contribuire a una coerente applicazione dell’ordinamento giuridico-costituzionale sloveno in tema di bilinguismo. (lpa)
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