
Fra le diverse sfaccettature del problema sanità rientra anche la carenza di personale medico sanitario. L’arrivo di forza lavoro dall’estero però si infrange spesso contro il labirinto burocratico-amministrativo per il riconoscimento delle qualifiche professionali, per questo diversi professionisti del settore medico-sanitario guardano ad altre destinazioni che non siano la Slovenia. Come ha rilevato il ministero della Salute, lo scorso anno su 320 domande di riconoscimento ne sono state accolte 249. Fra le ragioni che scoraggiano l’invio di candidature, anche i tempi lunghi, con procedure che durano dai sei ai dodici mesi, senza contare gli obblighi aggiuntivi imposti ai candidati durante il processo. La nuova legge approvata in parlamento prevede la riduzione di queste barriere amministrative, oltre a una maggiore trasparenza e prevedibilità di tutta la procedura. Una norma necessaria soprattutto per i centri più piccoli, spesso snobbati dal personale sloveno.
Come innovazione particolarmente gradita della nuova legge, secondo gli esperti, c’è la possibilità di ridurre a due mesi e mezzo i tempi di riconoscimento del titolo di studio e, soprattutto, di assumere un candidato in tempi più rapidi, in modo da potersi integrare più rapidamente nell'ambiente lavorativo e acquisire più facilmente la conoscenza della lingua slovena, il vero scoglio per la maggior parte dei medici.
Valerio Fabbri