I riflessi dell'emergenza coronavirus si fanno pesanti anche sull'economia e sul mondo del lavoro della Slovenia. Le misure d'intervento riferite in primo luogo a stipendi e contributi obbligatori sono destinate ai datori di lavoro che non possono garantire il lavoro ad almeno il 30 per cento dei propri dipendenti, che saranno quindi posti in fermo lavorativo provvisorio. In questo caso i lavoratori avranno diritto di percepire l'indennità retributiva pari all'80 per cento dello stipendio medio degli ultimi tre mesi. Stessa cosa per quanti rimarranno a casa perché posti in quarantena. Lo stato rifonderà i datori di lavoro il 40 per cento della retribuzione versata e nel caso di quarantena l'intero importo. Non sono giustificati a ricevere l'aiuto dello stato i debitori fiscali, quanti hanno trasgredito alle leggi sul lavoro, oppure nei loro confronti è in corso un procedimento di insolvenza. I lavoratori saranno posti in fermo lavorativo per un massimo di tre mesi e il datore di lavoro è vincolato a mantenere il posto di lavoro per almeno altri sei mesi. Il comitato preposto della camera di stato ha approvato già lo scorso mercoledì il rinvio dei pagamenti dei contributi di previdenza sociale ai lavoratori autonomi per i mesi di aprile, maggio e giugno. Il pacchetto di leggi è rivolto ad appoggiare tutta l'area produttiva del Paese, mediante benefit, proroghe e sgravi fiscali, e gli stessi cittadini con una serie di misure atte ad alleggerire gli impegni finanziari verso lo stato e gli istituti bancari, dando respiro alle economie domestiche. Tra i provvedimenti approvati anche gli interventi nei campi dell'agricoltura, delle attività boschive e del commercio di alimentari. In quest'ultimo settore sarà possibile limitare l'import-export e procedere alla regolazione amministrativa dei prezzi. A seguito dell'emergenza è previsto inoltre il fermo dei termini di scadenza nei procedimenti giuridici e amministrativi.

Miro Dellore

Foto: MMC RTV SLO/DZ
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