Niente torpedoni dall’Istria, dal Quarnero e da Zagabria organizzati dal Partito Democratico. Questa volta gli elettori residenti in Slovenia e Croazia se la sono dovuta cavare da soli. Era una tradizione del centrosinistra chiamare a raccolta i rimasti anche con paginoni pubblicitari su “La voce del popolo”, che questa volta non si sono visti. Tra i primi a farlo fu nel 2006 Fabrizio Somma, che correva alle comunali triestine da indipendente nelle fila del Democratici di sinistra. L’invito era di votare il partito, dare la preferenza a Somma e scegliere Ettore Rosato come sindaco di Trieste. La sua promessa, tra le altre, era quella di “partecipare agli studi di fattibilità, con tutti gli attori istituzionali delle due Regioni e di Fiume, finalizzati al processo di riconoscimento all’Assistenza Sanitaria ai connazionali nelle strutture regionali del F.V.G”. I voti raccolti nell’ex Jugoslavia non servirono per far eleggere né Rosato né tantomeno Somma.
In ogni caso che quello istriano potesse essere un bacino di voti per il centrosinistra era chiaro. Per legare maggiormente gli elettori al partito bastava fare le cose per bene. Nel 2011 l’organizzazione fu talmente curata che i gitanti poterono fruire di collaboratori del PD per espletare “tutte le operazioni burocratiche” del caso, mentre era previsto prima del voto anche un brindisi beneaugurale. Il PDL prese di mira l’Unione Italiana, ma anche l’Università popolare di Trieste, che negò di essere istituzionalmente coinvolta in quella operazione e scaricò le responsabilità su Somma che avrebbe agito a titolo puramente personale. Somma, che all’epoca era impiegato dell’ente, precisò che lui nulla c’entrava con l’organizzazione, ma che si era limitato, a titolo personale, a dare indicazioni a chi lo aveva contattato telefonicamente o alla sua mail privata, dicendo loro di rivolgersi alla sezione provinciale del PD.
La chimera dell’assistenza sanitaria nel FVG per i connazionali rimase comunque un’ottima carta da giocare in campagna elettorale. Lo fece cinque anni fa anche Gianni Torrenti, che oltre a offrire ai votanti il trasporto gratis fino a Trieste promise di rivalutare, attivare e garantire “da subito un più puntuale riconoscimento del Servizio Sanitario Regionale ai connazionali iscritti all’Aire nei Comuni della Regione”.
Nella sua pubblicità su “La voce del popolo” apparve insieme alla deputata Laura Garavini. Sopra di loro capeggiava la scritta: “Anche per merito vostro c’è una amica della Comunità Italiana al parlamento ora portiamo Gianni Torrenti alla Regione FVG”. La partita tra il presidente della regione uscente Renzo Tondo e Debora Serrachiani era quanto mai incerta. Portare tutti i voti possibili al centrosinistra era fondamentale per sottrarre la poltrona al centrodestra. La campagna elettorale in Istria fece il suo effetto, ma forse anche di più aiutò la causa una cena tra Torrenti, Somma e una vasta schiera di esponenti della minoranza. Lì fu spiegato meglio quanto fosse fondamentale avere un amico in regione. Torrenti venne eletto e la Serracchiani batté Tondo per un nonnulla. Il margine fu solo di duemila voti. Facile dire che nella vittoria gli iscritti all’Aire in Slovenia e Croazia giocarono un ruolo fondamentale.
Le porte del Servizio Sanitario Regionale non si aprirono per i connazionali iscritti all’Aire, ma in compenso si spalancarono quelle dell’Università popolare di Trieste per Fabrizio Somma. All’epoca la nuova giunta regionale lo fece subito entrare come delegato della regione nel Consiglio direttivo. Non ci metterà molto per diventare presidente dell’ente ed alla fine direttore generale.
La nomina nel direttivo non colse di sorpresa Somma che in una dichiarazione a “Il Piccolo” definì il tutto come “frutto di lunga riflessione e di un accordo preso da tempo anche con l’attuale assessore regionale alla cultura, il Pd Gianni Torrenti, oltre che coi parlamentari Pd Ettore Rosato e Francesco Russo che è in Commissione Esteri al Senato”. Somma pochi mesi prima era stato licenziato dall’Università popolare di Trieste “per ragioni economiche”, ma a venirgli in soccorso fu proprio l’Unione italiana di Capodistria, che gli offrì un contratto di consulenza per il progetto europeo “Lingua”.
Con Somma all’UPT e Torrenti assessore alla cultura della Giunta regionale la minoranza aveva amici dappertutto e l’Unione Italiana poteva dormire sonni tranquilli. Presto si capì che Somma con la minoranza voleva giocare un ruolo molto più attivo dei suoi predecessori e che il progetto non era soltanto suo. Del resto, l’ex organizzatore delle gite dell’UPT aveva un rapporto molto più diretto e molto meno formale dei suoi predecessori con presidenti di comunità ed in genere con i soci delle comunità che lo ricordavano come un simpaticone che li portava in gita. Non restava quindi che abbandonarsi all’abbraccio di chi aspirava ad essere il nuovo padrone del vapore, perché, come ha spiegato recentemente Gianni Torrenti a Radio Capodistria: “L’Unione Italiana non è l'ente di rappresentanza della CNI nei confronti dell'Italia”.