La scorsa settimana la sciarpa che copriva il volto non andava bene, da oggi le mascherine all’aperto non servono più se si può mantenere la distanza di sicurezza di due metri. Riaprono alcuni negozi, ma forse a Natale tutto sarà nuovamente chiuso. Dopo Capodanno la scuola potrebbe almeno parzialmente riprendere, ma probabilmente partirà la terza ondata dell’epidemia, che nelle previsioni sarà anche peggio della seconda.
Oramai siamo subissati da messaggi contradittori, pronunciati da politici ed esperti persino nella stessa frase. È chiaro che non sanno più che pesci pigliare per affrontare la pandemia. Intanto ci si azzuffa sul futuro del governo. Nelle stanze del potere si contano i deputati che servono per far rimanere il controverso premier, Janez Janša, in sella o a cacciarlo. Se domani il Partito dei pensionati deciderà di abbandonare l’esecutivo il paese potrebbe rimanere senza ministro della Sanità. A Tomaž Gantar - che sulle riaperture ha preso il suo braccio di ferro con il ministro dell'Economia Zdravko Počivalšek- probabilmente non dispiacerà troppo.
Non è un problema solo sloveno. In Italia è rispuntato sulla scena Matteo Renzi ad aggiungere, come se ce ne fosse bisogno, pepe alla polemica tra governo ed opposizione e all’assordante chiacchiericcio sulle regioni che si tingono di giallo, arancione o rosso. Un assurdo teatrino della politica alimentato da contradittorie discussioni, come quella che da una parte vuole riaperte le città e cancellare le limitazioni e dall’altra si indigna per la gente che va in centro a fare shopping.
Intanto si riempiono le terapie intensive ed i cimiteri e chi pensa che a morire siano soltanto i vecchi farebbe bene a ricordarsi di Eliana Barbo. La dinamica presidente della comunità di Buie è scomparsa a 57 anni, dopo 10 giorni passati a lottare per la vita con l’ausilio di un respiratore. Era un personaggio noto all’interno della comunità nazionale italiana, la conoscevamo in tanti. Non serve aggiungere altro per capire che il virus è tra di noi e che non deve essere sottovalutato.
Stefano Lusa