In Slovenia il sistema di voto e di comunicazione dei risultati ai cittadini è semplice e funziona benissimo, ma non per i seggi specifici. Le minoranze da questo punto di vista sembrano essere cittadini di serie B.
A livello generale le commissioni ai seggi scrutinano le schede, fanno il verbale e mandano tutto il materiale alle commissioni elettorali circondariali. Queste controllano la documentazione, prendono in esame le schede nulle e poi i dati vengono immessi nel sistema informatico. A quel punto i cittadini possono vedere i risultati parziali e provvisori del voto in tempo reale. Così a poche ore dalla chiusura dei seggi i dati del voto politico sono quasi definitivi e l’esito della consultazione è chiaro, trasparente e soprattutto può venir seguito passo a passo dai cittadini.
Non è così per il voto per i deputati delle minoranze, anche se il procedimento è lo stesso di quello applicato su scala generale. Secondo le regole in vigore i connazionali votano nel proprio seggio. Questa modalità è stata applicata alcuni anni fa e sta dando qualche grattacapo. In sintesi, il connazionale trasferito a Lubiana nel seggio troverà anche la scheda per il voto specifico, senza dover venire nel territorio nazionalmente misto, come accadeva invece in passato.
Alla prova dei fatti il voto minoritario risulta più complesso rispetto al resto e proprio per questo avrebbe bisogno di essere pensato a livello organizzativo in maniera attentissima e soprattutto avrebbe bisogno di persone esperte nella Commissione elettorale particolare, in grado di coordinare in maniera efficace il complicato maccanismo. Dovrebbe pensarci la Commissione elettorale centrale e dovrebbero anche pensarci gli esponenti della Comunità nazionale italiana, che da tempo sanno che l’apparato delle elezioni minoritarie scricchiola da tutte le parti, ma che ancora non si sono decisi ad affrontare seriamente il problema.
In ogni modo, se gli aventi diritto sono più di dieci le schede vengono contate dalla commissione al seggio, che redige il verbale ed invia il materiale alla commissione elettorale particolare. In caso contrario le schede vengono spedite alla Commissione elettorale particolare, che effettua lo spoglio.
Il primo scoglio da superare è quello del trasporto. Le schede ed i verbali ci mettono ore ad arrivare alla Commissione elettorale particolare e il materiale non viene consegnato sempre preparato nel migliore dei modi. Solo a quel punto la Commissione elettorale particolare può cominciare con il suo lavoro di verifica. Il dato, però, non viene immesso in tempo reale un nessun sistema informatico. Per ovviare al problema da Lubiana avevano sollecitato a comunicare tempestivamente i dati, ma a quanto sembra a Capodistria nessuno si è premurato di seguire le istruzioni e forse nemmeno di leggerle. Il risultato è stato che nessun dato del conteggio parziale, su espressa decisione della presidente della Commissione elettorale particolare Meri Mikac, è trapelato prima della verifica definitiva di tutto il materiale pervenuto. Dalla Commissione elettorale centrale hanno fatto sapere che hanno già chiesto chiarimenti.
Stefano Lusa