La seduta dell’Assemblea UI di ieri sera ad Albona rispecchia appieno il caos istituzionale in cui si trova l’Unione italiana. Al di là dalle contrapposte posizioni dei consiglieri, che vedono da una parte quelli favorevoli a prendere atto e accettare le decisioni prese segretamente e in separata sede dagli 8 colleghi della Slovenia e dall’ altra quelli che invece si oppongono a questa possibilità, è preoccupante l’ impossibilità di trovare una soluzione all’impasse in cui si è venuta a trovare la massima istituzione rappresentativa della CNI di Slovenia e Croazia, dopo la nomina del nuovo coordinatore dell’ UI di Capodistria.
Divisa più che mai la triade che guida l’Unione italiana Fiume: con il presidente della Giunta, Corva legalista e disposto ad accettare “per il bene di tutti” la decisione dei cosiddetti “secessionisti”; il presidente Tremul che - tra l’incudine e il martello- raccomanda prudenza e pur legittimandola a decidere su nuove designazioni, invita l’ Assemblea ad attendere l’esito dei tre ricorsi presentati all’Unità amministrativa capodistriana; infine il presidente dell’ Assemblea Demarin - che visibilmente provato e sottoposto a pressioni e, da quanto si è percepito, pronto a dimettersi - afferma che fino a quanto l’ organismo da lui presieduto non deciderà diversamente, rispetterà i regolamenti interni vigenti che seppur obsoleti, scoordinati ed incoerenti nessuno - e non per colpa sua- ha saputo o voluto modificare. Tutti, compresi i consiglieri che con più o meno veemenza e decisone perorano la causa dell’una o dell’altra parte, temono una irreparabile spaccatura e divisione. Tutti - inoltre- consapevoli che la rottura è in corso da tempo.
La spaccatura non investe solo l’Unione italiana, ma interessa la stessa componente italiana della Slovenia dove, una parte di connazionali - lo testimoniano gli accesi dibattiti e discussioni nelle CI di Pirano, Capodistria ma poi anche Crevatini e Bertocchi - che disconoscono le decisioni prese dai consiglieri della Consulta capodistriana. “Un boomerang che si sta rivolgendo contro a chi ha orchestrato, ha avviato questa campagna anti unionista e anti unitaria” si è sussurrato ieri sera ad Albona, dove il mormorio sulla facilità del dividere - prendendo ad esempio il caso di Isola, unica località con due sodalizi che da oltre 25 anni non riescono a dialogare- è diventato assordante.
Lionella Pausin Acquavita