Dall’intesa emerge che Felice Žiža e Ferenc Horvàt, in cambio di una serie di cose per le loro comunità, si sarebbero in pratica associati alla coalizione, visto che si sono impegnati a tenere conto dell’accordo firmato tra i partiti di governo.
A poche ore di distanza dalla pubblicazione dell’articolo, mentre nel paese montava la polemica e qualcuno stava cominciando a chiedere di rivedere l’istituto dei seggi specifici, a farsi sentire è stata l’Unione Italiana. In una lettera inviata al premier Janez Janša, al deputato Felice Žiža e alla Comunità autogestita costiera sostanzialmente si diceva che sarebbero serviti ancora più soldi. Alcuni giorni più tardi Maurizio Tremul, usando la carta intestata dell'Unione Italiana, è ritornato sull’argomento, prendendo le distanze da Žiža e specificando che nell’accordo ci sarebbero dovute essere anche cose a beneficio di tutto il territorio. Difficilmente, però, una pista ciclabile o il restauro di un palazzo avrebbe contribuito a rendere meno severa la critica nei confronti dei deputati minoritari e degli altri fiancheggiator i del governo, accusati dai detrattori di Janša, di portare la Slovenia verso una deriva autoritaria.
In ogni modo Tremul, in più di un anno e mezzo di idillio tra Žiža e il Governo, è stato il primo e l’unico ad esprimere il suo dissenso pubblicamente. L’insolita bordata sembra destinata ad accendere le polveri di quella che si preannuncia una durissima campagna elettorale per il seggio specifico alle elezioni del prossimo anno. La guerra a bassa frequenza tra i vari clan della minoranza, che si contendono le poltrone in Slovenia, va oramai avanti da tempo e lo scontro che si era infiammato durante le elezioni del 2018 in pratica non si è mai placato. Sta di fatto, però, che alla fine tutti i contendenti sembrano confermare di agire seguendo un vecchio mantra della politica minoritaria, che è sempre stato applicato con scrupolosa coerenza: “dovemo parlar con tutti, dovemo domandarghe soldi a tutti e dovemo cior soldi de tutti1"
Stefano Lusa
(1) "Dobbiamo parlare con tutti, dobbiamo chiedere soldi a tutti e dobbiamo prendere soldi da tutti".