Nodo del contendere soprattutto la legge sulla RTV. Il centrosinistra e parte della società civile accusano i democratici di aver preso il controllo dell’ente con una serie di nomine. Ora la nuova legge, in pratica, azzera i vertici aziendali e ridisegna gli organismi direttivi. L’intento dichiarato sarebbe quello di depoliticizzare la struttura, ma per il centrodestra non sarebbe altro che una manovra del centrosinistra per riprendersi il controllo della RTV. La polemica è destinata a durare e la questione finirà quasi sicuramente al vaglio dei giudici della Corte costituzionale.
Intanto c’è chi vorrebbe che si arrivasse in tempi rapidi all’applicazione del risultato referendario. Le complicate procedure prevedono che la proclamazione dei risultati debba avvenire entro il 24 gennaio, ma visto l’esito chiarissimo di tutte e tre le consultazioni non è escluso che tutto possa concludersi entro metà dicembre.
Nel centrodestra, comunque, non mancano polemiche. Il leader di Nuova Slovenia, Matej Tonin ha dato ad intendere che con Janša non si vince. Negli ambienti vicini al partito Democratico, intanto, c’è chi prende di mira Anže Logar, il candidato presidenziale che con i suoi toni pacati e concilianti, al ballottaggio era riuscito a raccogliere per il centrodestra una caterva di voti, molto di più di quelli che sarebbero serviti a raggiungere il quorum. Il dito è puntato su di lui perché non ha detto niente nella campagna referendaria. Se l'avesse fatto avrebbe però offuscato la sua immagine di colomba in un nido di falchi che lo fa essere la più seria alternativa a Janez Janša.
Stefano Lusa