Foto: Reuters
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... Allarga sulla destra... bravo, puntalo, che è scarso....sì, vai sul fondo...... crossa crossa.... uh.... salta... dai che non la prende,......pelle d'oca, poi l'esplosione: GGGOOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLLL!!!! GGGOOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLLL!!!! ABDJHELDOEFVERL SLKRJGNSJDGNJUNDV FUJNSSEOINGTRSOIUN (imprecazioni, espressioni idiomatiche e bestemmie varie ed eventuali in una serie di dialetti, neo-latini e non). Unghie che si conficcano nel braccio di chi ti siede accanto, strattoni di gioia, urla, abbracci tra sconosciuti sulle tribune, figli che si svegliano nelle case per le urla, mogli che si incazzano....

.... No che a sinistra siamo scarsi.... tienilo, tienilo, non farti saltare ...... lo sapevo, sempre così.... che sia maledetto tu e chi ti fa giocare...... Occhio che ce l’hai dietro.... vai in anticipo.... NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!! SLKRJGNSJDGNJUNDVSFUJNSSEOINGTRSOIUN (imprecazioni, espressioni idiomatiche e bestemmie varie ed eventuali in una serie di dialetti neo-latini e non) TUTTI COSI’, LI PRENDIAMO TUTTI COSI, NON SI PUO’ NON E’ POSSIBILE.... MA COME SI FA..... MA CHE FANNO DURANTE GLI ALLENAMENTI QUESTI.... A LAVORARE, DOVETE ANDARE A LAVORARE!!!! Disperazione, rabbia, rassegnazione, urla, figli che si svegliano e mogli che si incazzano.

Hei, un attimo, aspetta....

L’arbitro si tocca l’orecchio, unisce gli indici, disegna un quadrato nell’aere e corre a bordocampo. Sospiri, fiato trattenuto, sgomento e trepidazione.... Cala il silenzio, si odono solo le pulsazioni accelerate di migliaia di tifosi, con migliaia di principi di infarto a tutte le latitudini dello stivale....Che cosa deciderà?

E chi lo sa? E’ il VAR bellezza! Accolto con trepidazione o con diffidenza, il VAR è probabilmente la più grossa novità del campionato 2017/18. Al netto delle conseguenze cardiovascolari e della tensione portata in un mondo già vissuto con poca pacatezza, probabilmente il VAR può essere considerato come uno strumento utile ad aiutare i direttori di gara e a ridurre gli errori. Chiaramente siamo ancora in una fase sperimentale, per cui lo strumento sembra migliorabile.

La storia ci insegna che quando Lazio e Inter si affrontano all’ultima giornata, può succedere sempre di tutto. Questa volta sorride l’Inter, che passa 3-2 in rimonta: i nerazzurri chiudono quarti, acciuffando in extremis l’ultimo treno utile per la Champions League. Dall’altra parte, la Lazio - che al netto di sistematiche cessioni importanti rimane sempre competitiva - si ritrova in Europa League, assieme al Milan (che tuttavia aveva altre ambizioni a inizio stagione) e all’Atalanta, che sebbene partirà dai preliminari, può dirsi soddisfatta della stagione. I bergamaschi sembrano volersi inserire in pianta stabile nelle posizioni che contano, a ridosso delle “grandi”, specialmente in virtù di un settore giovanile che pare illimitato e una programmazione societaria oculata.

Le qualificazioni per Champions - con Lazio e Inter - ed Europa League - con Milan, Atalanta e Fiorentina a giocarsi due posti non erano gli ultimi verdetti rimasti aperti. A 90’ dalla fine del campionato, c’erano anche sei squadre ancora non sicure di rimanere nella massima serie. Alla fine, assieme a Benevento e Verona, retrocede il Crotone, che perde 2-1 a Napoli, e torna in B, dopo un’incredibile eroica salvezza centrata lo scorso anno.

E’ da tanto che non si ricorda un campionato così aperto, tanto è vero che ultimamente crescevano i dubbi sul senso di una Serie A a 20 squadre: al di là della solita Juventus e delle “grandi” che a rotazione provavano a impensierirla, il grosso era composto da squadre troppo strutturate per retrocedere ma non abbastanza attrezzate per andare in Europa. Squadre che partivano forte mettendo in cascina quei punti necessari a salvarsi, per poi vivere di rendita nella seconda parte della stagione. Per salvarsi era sufficiente vincere un “campionato delle 4”, nelle quali magari si ritrovava invischiata qualche “big”, magari attratta dal “paracadute”. Per chi era al vertice, molte partite divenivano delle formalità.

Quest’anno non è andata così, probabilmente perché le neo-promosse hanno scalato le categorie nel giro di poco tempo. Hanno portato in A sia tanto entusiasmo che una mentalità vincente. E’ il caso, per esempio, del Benevento che, spinto dai propri encomiabili tifosi, ha provato sistematicamente a giocare a pallone, senza far troppi calcoli, togliendosi anche delle belle soddisfazioni: per esempio i 4 punti complessivi ottenuti contro il Milan. I campani erano all’esordio in A: hanno perso tanti punti in modo ingenuo o rocambolesco. Retrocedono sì, ma a testa alta. Ma è il caso anche della Spal, che tornava in A dopo 49 anni, che si salva battendo la Sampdoria. E così, anche squadre sulla carta più strutturate come Udinese, Chievo o Bologna, si son sorprendentemente ritrovate invischiate nella lotta salvezza, obbligate ad affilare le unghie e lottare fino all’ultimo minuto. Probabilmente non erano né pronte, né abituate a farlo. Di conseguenza, è stato un campionato più difficile per tutti, a partire dalla Juventus.

Ciò che invece accomuna questo campionato ai precedenti sono le solite polemiche e la solita dietrologia, perché in fondo chi vince “ruba”, “è tutto un magna magna”, “ma secondo te è un caso che....?”. Troppo spesso ci si scorda che il calcio è un gioco, un diversivo, un passatempo per distrarsi da questioni più importanti, che pure non mancano. L’Italia, con la sua classe politica, sembra divisa, spaccata e incapace di rispondere a domande basilari che riguardano l’immediato futuro di tutti gli italiani: è inutile che facciamo finta di non vedere. Il Belpaese ancora sotto shock e paralizzato di fronte a un’empasse di portata epocale: visto che non ci siamo qualificati, per chi tifiamo ai Mondiali?

Ps. Forse era una battuta. Anche se poi, in realtà, in momenti di difficoltà, anche una futilità come guardare le partite della Nazionale può contribuire a stemperare un po' di tensione e recuperare un po' di unità. Ne avremmo (avuto) bisogno.