Lunedì il deputato della comunità nazionale italiana, Felice Žiža è tornato a Pirano ad incontrare i suoi elettori. Il presidente della locale Comunità Autogestita, Andrea Bartole, ha esordito parlando della situazione in Slovenia e degli equilibri di Governo. Žiža ha ribadito che non saranno le minoranze a far cadere l’esecutivo, dando ad intendere che chi vuole defenestrare Janša non potrà contare sul suo voto. È stata solo una breve parentesi, che non ha appassionato la platea. La politica slovena nelle comunità degli italiani è oscura e misteriosa come il bosco nelle favole dei fratelli Grimm. I temi che contano sono altri: il bilinguismo, il bollino autostradale, la salute…
Eppure, è difficile non accorgersi che il paese sta cambiando. Se un anno e mezzo fa qualcuno avesse ipotizzato che la polizia avrebbe lanciato in una sola giornata oltre 400 lacrimogeni e utilizzato gli idranti contro i manifestanti sarebbe stato preso per pazzo. La cosa sarebbe sembrata ancora più incredibile se si fosse detto che tutta la macchina da guerra sarebbe stata impiegata per fronteggiare una protesta in cui non è stata rotta una sola vetrina o bruciato un cassonetto della spazzatura. E invece tutto ciò è accaduto.
Questo però non sarà probabilmente il tema di uno dei prossimi incontri del deputato con i suoi elettori. Non perché Žiža non voglia parlarne, ma perché ai connazionali interessano ben altre questioni, più locali e talvolta autoreferenziali.
Un peccato visto che la Slovenia si sta preparando ad arrivare a quello che per molti è diventato una sorta di duello all’OK Corall. Alle prossime elezioni si deciderà se portare definitivamente il paese verso l’Ungheria ed il resto del gruppo di Visegrád, con i loro modelli di democrazie illiberali, o se invece invertire la rotta.
All’interno della minoranza però la cosa sembra coinvolgere solo quelle quattro o cinque persone più o meno schierate politicamente. Non ci si accorge neanche che da oramai un anno a questa parte gli occhi dell’opinione pubblica sono puntati sulla comunità italiana e sul voto di Žiža in particolare. Negli ultimi mesi il suo nome è rimbalzato sulle testate nazionali più di quello di Roberto Battelli in quasi trent’anni di carriera parlamentare. Una situazione delicata visto che innescherà un effetto domino. Nelle mani del nostro deputato ci saranno le sorti del governo, in quelle degli elettori quelle del paese, mentre nelle mani della coalizione che uscirà vincente dalle urne ci saranno le sorti della minoranza.
Stefano Lusa