Che in un’iniziativa, organizzata in collaborazione con il Ministero degli affari esteri e con l’ICE, si scelga di non usare l'italiano dove sarebbe obbligatorio la dice lunga sulla considerazione che c’è per la minoranza autoctona ed anche per la storia del nostro territorio. Visti dall’Italia contiamo meno di niente. A dircelo sono anche i nuovi immigrati italiani che si trasferiscono in zona e che cercano elettricisti in grado di capirli a Koper o medici che sappiano parlare italiano all’ospedale di Izola. Gli altri ridono di sana pianta ed hanno ragione.
Sta di fatto che se fosse stata l’ambasciata slovena a far affiggere manifesti solo in italiano ad Opicina e dintorni la vicenda sarebbe finita sulle prime pagine dei giornali; e se i funzionari del ministero degli esteri austriaco avessero promosso una campagna solo in italiano in Alto Adige si sarebbero scatenate le ire della comunità di lingua tedesca. Qui invece tutti possono dormire sonni tranquilli. Il silenzio delle istituzioni della minoranza italiana in questa, come in altre vicende, è stato per l’ennesima volta assordante. Come al solito, hanno preferito far finta di nulla dimostrando nuovamente quella incredibile capacità di girarsi dall’altra parte.
Stefano Lusa