Lui ed il suo partito sono considerati un'anomalia della politica slovena, pronti a fluttuare come un tergicristallo da destra a sinistra, in nome dei presunti interessi dei pensionati. Una formazione politica ed un leader inaffidabili, in grado di stringere e rompere alleanze e di mettere in crisi i governi di cui fanno parte.
Karl Erjavec era entrato in politica dalla porta principale. Nel 2004 Janez Janša gli affidò il ministero della difesa. In quella sua prima esperienza venne toccato dalle polemiche sulla fornitura dei blindati finlandesi all’esercito sloveno. Non andò benissimo nemmeno nel successivo esecutivo di centrosinistra, quando Borut Pahor gli diede l’ambiente. Fu costretto a dimettersi quando la Corte dei conti segnalò una serie di irregolarità. Nei governi successivi andò a occupare il prestigioso scranno di ministro degli esteri. Di quel periodo, sul pieno internazionale, si ricordano gli ammiccamenti alla Russia - che l’occidente aveva messo all’indice - e poco altro. Poi il suo ritorno al ministero della difesa nell’ultimo governo Šarec, ma soprattutto la cacciata dal ponte di comando del suo partito.
A gennaio la sua carriera politica sembrava finita. Sono bastati 11 mesi per far segnare il suo grande ritorno in scena. Gli stessi che non volevano più saperne di lui e dei suoi modi adesso sperano che riesca a salvare il Desus ed a fargli ottenere alle prossime elezioni i voti sufficienti per rimanere in parlamento.
Di lui, Gregor Golobič -considerato da molti una delle eminenze grigie della sinistra slovena - dice che il suo unico interesse è quello di avere un incarico che gli garantisce l’autista e la scorta. Per ora Erjavec ha detto chiaramente che non intende entrare nell’esecutivo di Janez Janša ed intanto ha ricominciato a fare quello che gli riesce meglio: tessere la tela degli intrighi di palazzo. Il Desus è sul punto di lasciare il governo ed il centrosinistra pur di liberarsi di Janša potrebbe essere disposto a concedere molto, moltissimo. I numeri al momento non ci sono. La nuova maggioranza - Desus compreso - conterebbe sul sostegno di 44 parlamentari. Bisogna convincerne altri due. Per Erjavec la sfida ora potrebbe essere proprio quella di trovare i deputati che gli mancano. Se dovesse riuscirci potrebbe realizzare un grande salto che consentirebbe a lui ed al suo piccolo partito di conquistare la carica che conta di più: quella di capo del governo.
Stefano Lusa