La storia – raccontata da uno degli esperti forensi che si occupa di dare un nome a tutte le vittime del conflitto in Bosnia- è quella di due amici, cresciuti nella stessa palazzina a Sarajevo. Quando la mamma di uno non poteva andare a prendere il bimbo a scuola ci andava quella dell’altro. Mangiavano e giocavano insieme. Erano come due fratelli. Quando scoppiò la guerra si accorsero che uno era serbo e l’altro mussulmano. A quel punto il serbo arrivò a casa del mussulmano e disse a sua madre che aveva due ore per andarsene, altrimenti ci avrebbe pensato lui a regolare i conti con la storia. Di fronte allo stupore della donna la risposta fu che era giunto il tempo in cui poteva vendicare i torti che il sui popolo aveva subito in passato. Il riferimento era alla vittoria turca nella Piana dei Merli del 1389 (sic!). Nei Balcani c’è un passato che non passa e non passa nemmeno al confine orientale.
La celebrazione del Giorno del ricordo a Basovizza ha fatto ripiombare Slovenia, Croazia e Italia ai tempi della guerra fredda. Il web è inondato da insulti. Quelli che sembravano miti personaggi che fino a ieri predicavano la convivenza si stanno trasformando in nazionalisti xenofobi. Accade a Trieste e accade anche in Slovenia. A farne le spese sono le minoranze. Quella slovena in Italia è preoccupata per il clima di crescente confronto, quella in Slovenia è sempre più impaurita. La situazione, del resto, non è che destinata a peggiorare. Sarà questo uno dei temi importanti su cui si giocherà, in Slovenia, la prossima campagna elettorale per le europee.
Nessuno avrebbe potuto pensare che il presidente dell’europarlamento, Antonio Tajani, il ministro dell’Interno Matteo Salvini, con il contributo del sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, avrebbero acceso le polveri. Peccato che qualcuno non abbia spiegato loro che avrebbero avuto puntati addosso i riflettori di Slovenia e Croazia. È sempre accaduto per la Giornata del Ricordo, mentre non è mai successo che i politici ed i giornali italiani dedicassero qualche attenzione a quello che viene detto, ad esempio, il 15 settembre, durante la commemorazione per il “Ricongiungimento del Litorale alla Madrepatria”.
Adesso c’è preoccupazione per quello che accadrà venerdì a Isola, dove è in programma la prima di Red Land, il film dedicato Norma Cossetto. La data della proiezione della pellicola era stata stabilita ben prima che le polemiche prendessero piede. Gli italiani rimasti che avevano visto il film alla primissima proiezione a Venezia lo avevano giudicato buono, immensamente migliore rispetto a “Il cuore nel pozzo”, il primo sfortunato tentativo di portare sul grande e sul piccolo schermo il dramma dell’esodo. Per gli italiani dell’Istria di Fiume e della Dalmazia doveva essere questo il modo per ricordare un crimine, commesso da un gruppo di psicopatici, più o meno legati alla resistenza jugoslava, ma anche l’inizio della catastrofe per gli italiani dell’Adriatico orientale.
Ora contro la proiezione del film si sono alzate voci più o meno autorevoli tra gli sloveni, ma anche quella di qualche italiano legato alla sinistra radicale locale. Del resto, era prevedibile. Da queste parti non sono mai mancati gli “italiani onesti”. Su Facebook c’è chi invoca, per venerdì, manifestazioni di proteste davanti al cinema. All’Unione Italiana, che organizza l’evento, è già arrivata qualche defezione eccellente, ma non sono mancate nemmeno pressioni per far slittare a tempi migliori la proiezione. Adesso bisognerà vedere chi si presenterà alla prima istriana del film, se ci saranno i vicesindaci italiani di Capodistria, Isola, Pirano e Ancarano, se saranno li in veste ufficiale o in forma privata e se ci saranno gli esponenti della minoranza non direttamente legati all’Unione Italiana. In sala ci saranno comunque Renzo Coradin dell’ANVGD, David Di Paoli Paulovich della Federesuli e anche l’assessore Pierpaolo Roberti, il braccio destro di Massimiliano Fedriga. Vista la situazione, però, qualcuno aveva sperato di vedere tra gli ospiti anche il governatore del Friuli – Venezia Giulia in persona.
Stefano Lusa