Il vaccino oramai è arrivato nel paese e le prime dosi sono state destinate alle categorie più a rischio, partendo dalle RSA. Tra i primi ad essere vaccinati l’ex arcivescovo Franc Kramberger. La sfida più grande ora sarà quella di convincere gli sloveni a seguire il suo esempio. Il covid più che una emergenza sanitaria è stato visto da molti come uno strumento di lotta politica. Durante la prima ondata il prezzo pagato dagli sloveni è stato minimo, purtroppo nella seconda è stato altissimo.
Karl Erjavec, intanto, è in cerca dei 46 voti necessari per sbarazzarsi di Janez Janša. Le operazioni, per ora, stanno andando a rilento, ma la lotta è senza esclusione di colpi. Il centrosinistra punta tutto sull'inaffidabile presidente del Desus. Adesso Erjavec sta cercando di riportare all’ovile i deputati del Partito del Centro Moderno, per riformare la coalizione che aveva retto le sorti della Slovenia subito dopo le elezioni. Proprio lui con i suoi capricci aveva contribuito non poco a metterla in crisi, tanto che c'era chi giurava di non volerlo più avere al suo fianco. Adesso Erjavec va benissimo, così come andrebbe bene qualsiasi altra figura in grado di far crollare il governo.
Il 2020 è stato comunque l’anno della resurrezione di Janez Janša. Il discusso leader dei Democratici era stato messo all’indice dalle altre forze politiche, dopo la vicenda che lo aveva visto invischiato nello scandalo tangenti per la fornitura di armamenti all’esercito sloveno. Anche dopo la scarcerazione e l’annullamento della sentenza nessuno sembrava voler più voler governare con lui. A rimetterlo in gioco ci ha pensato prima la Sinistra - che ha staccato la spina al governo Šarec - e poi l’ex premier, che ha pensato bene di dimettersi, sicuro che avrebbe potuto ottenere le elezioni anticipate e di papparsi sia il Desus sia il Partito del Centro Moderno. Le due formazioni politiche lo sapevano benissimo e per evitare di venir cancellate sono corse in soccorso al centrodestra.
Janša ha governato con il suo solito stile. Si è accordato con i suoi alleati e ha mantenuto quello che a promesso. I suoi partner dicono che stare al governo con lui è molto comodo. In cambio Janša non ha mancato di infuocare le polemiche con gesti, lettere e Tweet che hanno fatto trasalire i suoi avversari ed anche i suoi partner di coalizione. Le sue esternazioni hanno portato per una volta la Slovenia persino sulla stampa internazionale, che si è occupata del suo incondizionato appoggio al presidnete americano Donald Trump e della sua simpatia per le politiche del premier ungherese Viktor Orbán.
Janša per alcuni resta l’uomo della provvidenza e per altri non è che principe delle tenebre. Proprio per questo liberarsi di lui o farlo restare alla guida del governo rimane la questione più importante della politica slovena.
Stefano Lusa