La storia non ha misteri per Meira Hot. La parlametare piranese usa il palcoscenico del parlamento per spiegare alla nazione, in diretta TV, che a Strugnano, nel 1921 due ragazzini vennero uccisi dai fascisti solo perché parlavano sloveno. L’ennesima barbarie antislava che gli uomini di Mussolini avrebbero compiuto a danno della popolazione locale.
Macché odio etnico, ribatte a nome della comunità italiana Kristjan Knez, nel corso della cerimonia che commemora la morte di Renato Braico e Domenico Bartole, semmai si può parlare di omicidio politico, visto che stavano giocando nei pressi di una organizzazione socialista. Quei ragazzi, precisa Knez, poi erano italiani e quindi la tesi che si fosse trattato di un atto antislavo non è altro che strumentale.
Knez assicura di non aver sentito le affermazioni della Hot in parlamento, ma semplicemente di aver reagito a tesi che da tempo circolavano su quella triste vicenda. Del resto, erano anni che esponenti della Comunità italiana non partecipavano ad una manifestazione che sentivano sempre più strumentalizzata. Quando la comunità italiana, però, è stata nuovamente invitata c’è andata e lo ha fatto mandando a parlare uno studioso di Strugnano; uno che per memoria di famiglia e amore per la ricerca conosce ogni pietra di quella località ed ogni suo singolo abitante passato e presente.
Knez sapeva che avrebbe pronunciato un discorso che non sarebbe piaciuto all’auditorio, che si sarebbe trovato di fronte a reduci e simpatizzanti di organizzazioni partigiane e patriottiche slovene e che ci sarebbe stato il solito tripudio di stelle rosse, sapeva anche, però, che c’erano delle cose che andavano dette e non si è fatto intimorire e non ha nemmeno voluto cavarsela usando frasi di circostanza, ben sapendo che non sarebbe stato subissato di applausi. Preoccupato che non tutti l’avrebbero capito ha persino pensato bene di far tradurre il discorso in sloveno, per distrubuirlo ai presenti, in modo che il messaggio arrivasse il più lontano possibile.
La storia, però, non ha misteri per Meira Hot e non ha nemmeno misteri per gli altri politici che dall’una e dall’altra parte del confine la usano per portare voti in vista delle elezioni europee. Del resto in Istria un po’ di antifascismo con una spruzzata di patriottismo non guasta mai, così come un po’ di anticomunismo con un pizzico di nazionalismo non può che postare voti anche a Trieste e provincia. Per dirla con Knez, però, la banalizzazione della storia è un male antico (e dalle nostre parti è anche un modo semplice per raccattare consensi alle urne).
Stefano Lusa