Alla fine, il leader del Desus ha scelto di non correre rischi ed ha ritirato la mozione di sfiducia presentata venerdì scorso. Era chiaro che non ce l’avrebbe fatta. Partiva senza avere garantiti i 46 voti necessari per far cadere il governo Janša, ma contava di trovare nel segreto dell’urna 4 franchi tiratori. Il tutto, però, è diventato maledettamente complicato dal momento in cui l’epidemia ha tolto dai giochi una serie di deputati della sua coalizione. Se ne riparlerà quando la situazione sanitaria lo consentirà. Intanto il centrosinistra vorrebbe modificare alla camera le regole del gioco, per consentire di procedere con il voto segreto, anche in caso di assenza di deputati. La materia è complicata, non priva di insidie ed in Europa non avrebbe uguali. Ci vorrebbe una grande coesione tra le forze politiche presenti in parlamento, visto che sarebbe necessario raggiungere la maggioranza di 2/3 e quindi di avere anche la luce verde dei Democratici di Janez Janša, che sulla questione non ha mancato di fare una serie di spezzanti battute sui social.
Il governo formalmente in parlamento è senza maggioranza. Dopo l’uscita del Desus, Janša può contare su 41 deputati, ma anche lui, come Conte in Italia, può fare affidamento sui cosiddetti “responsabili” che lo tengono a galla. A suo fianco ci sono i nazionalisti di Zmago Jelinčič, un vecchio marpione della politica slovena, che saprà sicuramente trarre vantaggio dalla situazione; più defilati, invece i deputati delle comunità nazionali, che comunque non intendono dare una mano al centrosinistra per abbattere Janša.
Non c'è dubbio che la Coalizione dell’arco costituzionale sin da subito ha fatto molta fatica a trovare il vento. Nonostante qualche scricchiolio interno, il Patito del Centro Moderno sembra relativamente ancorato al centrodestra; mentre a perdere pezzi è stato proprio il Desus. Il centrosinistra, intanto, continua a puntare su Erjavec, ma la Coalizione antijanša, in questo momento sembra scarrocciare alla deriva tra le secche nella bonaccia. Riprendere la rotta e lasciare gli insidiosi fondali poco profondi non sarà facile.
Stefano Lusa