Foto: BoBo/Borut Živulović
Foto: BoBo/Borut Živulović

Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad una vera e propria ascesa del movimento No green pass in politica. Non un fronte unito, ma tante facce della stessa medaglia che vanno dai complottisti sino a chi non ne può semplicemente più delle restrizioni. A Lubiana, per il secondo mercoledì consecutivo Piazza della Repubblica si è riempita di manifestanti. Questa volta la capitale non è stata messa a ferro e fuoco, ma tutto è filato via liscio. Coinvolgere migliaia di persone intorno ad una idea in Slovenia non è facile, farle scendere in strada ancor meno. Zoran Stevanović leader del movimento Resni.ca non nasconde di avere ambizioni politiche. Per dirla con Grillo il suo intento sarebbe quello di aprire il parlamento come una scatoletta di tonno. Lui non risparmia strali all’indirizzo di nessuno. Quello che è sicuro è che sta dimostrando di avere una certa stoffa da tribuno. La politica slovena rischia di dover accorgersi di lui.

A notare burrascosamente i No-vax intanto è stata Trieste. Ugo Rossi, con meno carisma, ma con maggiore veemenza, rispetto a Stevanović, si sta giocando le sue carte per entrare in consiglio comunale. Il candidato sindaco del Movimento 3V è finito agli arresti domiciliari, dopo un comizio terminato con una colluttazione con le forze dell’ordine davanti ad un ufficio postale. Intanto in città, alcuni giorni prima, migliaia di cittadini avevano sfilato in segno di protesta contro il Green pass e oggi si replica. Giovedì una attivista anti-vaccini è persino salita sul palco per interrompere il leader del PD Enrico Letta, che era venuto a sostenere la candidatura di Francesco Russo.

Quello a cui si sta assistendo un po’ dappertutto è un muro contro muro. I toni continuano a salire e si fanno sempre più minacciosi. Se non siamo ancora allo scontro fisico la sensazione è che poco ci manca.

Stefano Lusa