Capodistria celebra la settimana della mobilità con un secchio di vernice e righe tirate a caso sui marciapiedi. Nascono come per incanto chilometri di nuove piste ciclabili, che seguono gli stessi canoni estetici dei grattacieli costruiti in pieno centro cittadino ai tempi di Tito. La nuova nomenclatura che regge la municipalità ha probabilmente un diverso senso del “bello” rispetto a quella passata. Il kitsch dell’era Popovič, forse, è stato definitivamente abbandonato, ma con esso, pare, se ne sia andata anche la maniacale cura che la precedente amministrazione aveva per la città. Sta di fatto che è difficile non vedere che Capodistria oggi è più trasandata di ieri e probabilmente alla fine del mandato riuscirà a riacquisire quella tradizionale patina grigia che l’aveva caratterizzata.

Il grigio, del resto, è il colore delle nostre cittadine. Pirano ne è l’esempio lampante. Negli anni Settanta ed Ottanta, il comune con la luccicante Portorose, era diventato la Montecarlo dei Balcani. Oggi è l’ombra di sé stesso, ma nessuno sembra curarsene più di tanto. I turisti non sono numerosi, ma comunque qualcuno arrivana. Sono quelli che si calano dal centro Europa e che trovano a il loro pezzo di Europa centrale sul Mediterraneo.

Più che tirarsi a lucido Pirano pensa a dibattersi tra i suoi problemi. Primo fra tutti il parcheggio. Nessuna amministrazione è riuscita a risolverlo e nessuna lo risolverà. Impossibile, infatti conciliare la struttura di una cittadina che non è stata concepita per le macchine con la ferma volontà dei piranesi di mettere l’auto esattamente sotto casa. La miglior soluzione sarebbe quella di abbattere tutto per costruire sulla punta un mega grattacielo color vinaccia con intorno ampie aree parcheggio. Sarebbe una soluzione anche per superare in un battibaleno l’incuria in cui versa il centro che conserva nel tempo la sua caratteristica sciatteria: suppellettili abbandonate nelle vie e sacchetti dell’immondizie disseminati per la città. Tutto in perfetta simbiosi con il tradizionale odore di piscio, di sigarette scadenti e di olio da frittura. Un ottimo biglietto da visita per la candidatura a capitale europea 2025, che come si legge nel documento, che sarà all’ordine del giorno del Consiglio comunale la prossima settimana, vuol essere all’insegna di una non bene definita istrianità.

Stefano Lusa

Foto: Reuters
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