La Lega di Matteo Salvini sfiora il 30% tra i cittadini italiani in Croazia e supera il 25% in Slovenia. In entrambi i paesi è il primo partito. Alle sue spalle i Democratici di Zingaretti, che avevano dominato le europee nel 2014. A regalare la vittoria alla Lega sono stati gli elettori della circoscrizione Nord Est, quella in cui è iscritta gran parte dei doppi cittadini della Comunità nazionale italiana. Una minoranza tradizionalmente di centrosinistra si riscopre salviniana, facendo quasi decuplicare gli striminziti consensi che il Carroccio aveva solo cinque anni fa. A dire il vero, già in passato il centrodestra aveva vinto in Croazia, ma non era mai accaduto in Slovenia, dove i consensi per il centrosinistra erano sempre stati plebiscitari.

Merito di Salvini e delle sue capacità comunicative, ma merito anche del PD. Gli italiani dell’Adriatico orientale riponevano grandi speranze in Debora Serracchiani. La governatrice del Friuli – Venezia Giulia era stata eletta anche grazie ai loro voti. Non a caso il suo partito organizzò autobus per andare a prendere gli elettori in Istria e a Fiume, mentre i leader della minoranza facevano a gara per fotografarsi a fianco dei candidati del suo partito. Quella vittoria fu anche merito del tacito sostegno che ottenne dalle istituzioni minoritarie e soprattutto dai leader di Unione Italiana.

L’idillio non durò a lungo e finì non appena da Trieste venne messo in atto il tentativo di relativizzare il ruolo di Unione Italiana nella gestione dei finanziamenti che la Regione Friuli – Venezia Giulia assegna ogni anno alla minoranza. Massimiliano Fedriga, in campagna elettorale alle scorse regionali, senza mezzi termini, aveva promesso che le cose sarebbero cambiate. A Fiume e Capodistria, molti hanno voluto intendere che presto tutto sarebbero tornate come prima.

Il Governatore e i suoi uomini, però, non hanno mai promesso una cosa del genere ed a dire il vero in tutto questo periodo non si sono occupati troppo della faccenda. Difficilmente, però, ci sarà un ritorno al passato. La minoranza è l’Unione italiana prima di tutti dovrebbero ripensare al sistema, alle cose che si fanno ed a quelle che si dovrebbero fare. Bisogna vedere, però, se la debole compagine di Marin Corva avrà la capacità di farlo.

Per ora la minoranza non fa altro che reiterare sempre gli stessi comportamenti e gli stessi schemi che già in passato non hanno dato frutti. Così questa volta in Istria non sono più arrivati i candidati del PD a fare campagna elettorale, bensì quelli della Lega. È accaduto a Buie con Elena Lizzi, accompagnata dal consigliere regionale leghista Danilo Slokar. Da Fiume dicono che “l’Unione Italiana ha organizzato l’incontro su richiesta della Lega Salvini”, così come ha sempre fatto per tutte le forze politiche “che hanno espresso in tutti questi anni il desiderio di incontrare i connazionali”. Una retorica simile a quella che si usava un tempo quando venivano gli uomini del PD. Il messaggio comunque è stato chiaro ed i connazionali sembrano averlo seguito. Un buon segnale per l’Unione, che evidentemente qualche voto riesce a spostarlo, resta da vedere se Fedriga e Roberti saranno più ricettivi della Serracchiani e di Torrenti per le richieste dell’Unione e soprattutto se sapranno convincere la minoranza che qualcosa deve pur cambiare.

Stefano Lusa

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