Correva l'anno 1984, quando il 13 maggio, in occasione della giornata dei Servizi di sicurezza dello Stato, Igor Vidmar dalle onde di Radio Študent, disse di voler effettuare un test sul grado di attenzione degli agenti jugoslavi e poi mandò in onda "Das Lied Der Deutschen" cantata da Nico. Affermò che si trattava dell'inno nazista. In realtà non era altro che il vecchio "Canto dei tedeschi", musicato da Haydn di cui oggi viene cantata la terza strofa e non più la prima, quella che inneggia alla "Germania sopra tutto il mondo" e che venne usato dai nazisti facendolo diventare un simbolo di opressione. Il giovanotto finì in carcere per 20 giorni.
Vidmar era uno dei promotori del punk in Slovenia e quella musica riuscì a fare andare su tutte le furie il regime, che d’un tratto si rese conto che i giovani non erano più disposti a credere alle luminose sorti tracciate dalla nomenklatura jugoslava e slovena, ma anzi si facevano beffe di loro, come ad esempio quando in una canzone parlarono delle 700 valigette di pelle che furono regalate ai delegati del partito comunista riuniti in congresso.
Radio Študent fu la colonna sonora della democratizzazione slovena degli anni Ottanta e anche quella delle proteste contro l’incarcerazione di Janez Janša, condannato alla prigione dal tribunale militare jugoslavo. Insieme a Mladina, divenne una vera e propria scuola di giornalismo, dove i suoi redattori, cominciarono a promuovere la libertà di espressione artistica e ben presto arrivarono chiedere di democratizzare la società. Quei ragazzi capirono, prima di altri, che il compito del giornalista non era quello di essere l’operatore socio-politico, come avrebbe voluto il regime. Volevano raccontare la società così com’era. Per molti la cosa non è scontata nemmeno oggi, figuriamoci negli anni Ottanta.
Una voce scomoda, da sempre, che molti avrebbero voluto normalizzare senza mai riuscirci. Uno dei patrimoni di questo paese, da preserevare per quello che rappresentò e per quello che ancor oggi rappresenta nel panorama giornalistico e radiofonico sloveno.
Stefano Lusa