Annunciando un attesissimo nuovo album in uscita il 17 maggio e per ora ancora senza titolo, i Rammstein non hanno certo risparmiato energie e denari nel colmare il vuoto creatosi a ben 10 anni dall’uscita del loro ultimo disco. Questo nuovo video, infatti, si presenta esteso in un vero e proprio cortometraggio, diretto da Specter Berlin, con una qualità dell’immagine ed un livello di produzione ed effetti speciali davvero hollywoodiano, degni di un film d’azione o fantascienza della Marvel Comics. Chi li ama sostiene che hanno superato se stessi, dedicando alla loro patria, la Deutschland del titolo appunto, una specie di “il peggio di”, o forse “il meglio di” ma riferito alle violenze che nel bene e soprattutto nel male hanno segnato e forgiato la Germania, dall‘Impero Romano e le legioni, passando per la riforma protestante, la miseria all’epoca della rivoluzione industriale, la massoneria, l’avvento del nazional-socialismo e l’ascesa di Hitler, l’orrore dei lager, il grigiore della DDR e le prigioni della Stasi, Monaco 1970, le proteste in strada e gli oramai immancabili scontri con le forze dell’ordine, fino ad un futuro fantascientifico con la tecnologia (e forse la razza) tedesca rivolte verso lo spazio.
Perché’ quindi le reazioni negative al lavoro di una band da sempre dedita alla provocazione esplosiva, spesso nel senso letterale del termine, ed al dissacrante? A dire il vero le polemiche arrivano da due soli fronti ben precisi, quello di chi li accusa di non essere stati storicamente accurati, e soprattutto quello delle organizzazioni ebraiche, a quanto pare sconcertate dalle scene in cui i componenti della band, cappio al collo su una forca, vestono le inconfondibili divise dei prigionieri nei campi di concentramento, il che trivializzerebbe o strumentalizzerebbe la tragedia della Shoah.
Ma i Rammstein non sono degli storici e non scrivono certo libri di testo per le scuole… quindi il discorso sull’accuratezza pare un po’ eccessivo e fuori luogo. Ed a ben guardare su quelle divise oltre alla stella di David spicca anche il triangolo rosa che indicava gli omosessuali… quindi casomai è la discriminazione, e non una razza o religione, a venir additata. A conferma di ciò, la Germania, nel video, è impersonata da una modella/attrice nera, uno sberleffo a chi coltiva sogni ariani. Ed a dirla tutta poco più avanti, ribaltando i ruoli, quei prigionieri in divisa, scesi dal patibolo, sparano in faccia ai loro carcerieri in alta uniforme nazista.
Imparata, rimasticata, migliorata ed aumentata la lezione dei Laibach, i Rammstein giocano con le iconografie ed I simboli che fanno effetto o orrore, dal sesso al fuoco al sangue, e le cosiddette “scene forti” non sono mai molto più di questo, appunto: solo scene. Come nei Laibach, anche nei Rammstein non c’e un’ideologia o una linea politica, ma casomai un voler dissacrare i simboli di cui entrambe, da sempre, si servono con successo.
E, se proprio ci vogliamo sconcertare, forse faremmo meglio a preoccuparci del fatto che c’è ancora chi ci casca al fascino di quei simboli, e c’è anche chi sembra voler avere l’esclusiva sul dolore – ma, in Deutschland come altrove, al “peggio di” non c’è mai fine. Purtroppo.
Andrea F