Red Land narra una storia semplice e tragica: quella di Norma Cossetto, la figlia di un maggiorente fascista violentata, torturata ed uccisa in maniera raccapricciante. Con sapiente maestria nessuno, mette sotto accusa la Resistenza in quanto tale, ma il dito resta fermamente puntato contro gli aguzzini di Norma Cossetto. Un gruppo di piccoli uomini che spadroneggiano in una fase in cui il controllo dello stato italiano sulla penisola istriana è in dissoluzione, mentre quello dei nazisti e delle truppe di Tito non è ancora arrivato. In sintesi, degli sbandati, ubriachi di potere e di alcol che danno sfogo alle loro peggiori pulsioni di criminali psicopatici.
La pellicola non ha nulla a che vedere con il Cuore nel pozzo, il primo e malriuscito tentativo di portare sul piccolo schermo il dramma degli esuli. La dimensione narrativa e artistica è notevolmente superiore, mentre anche il contesto in cui si svolge la vicenda è raccontato con grande sensibilità e senza dimenticare nulla o quasi del contesto storico in cui si svolge la vicenda.
Il film continua a girare nelle sale cinematografiche italiane. Anche questa settimana è in programmazione in trenta cinema, mentre nella settimana d’esordio è stato addirittura tra le venti pellicole più viste. L’opera di Maximiliano Hernando Bruno non fa certo i numeri delle grandi produzioni hollywoodiane, ma la Venice film può cantare vittoria: l’obiettivo era quello di farlo circolare nelle sale e la cosa non era delle più semplici considerate le logiche delle catene della grande distribuzione cinematografica.
Avviata questa fase toccherà alle proiezioni private: quelle volute dalle più svariate associazioni in tutta Italia. Se ne riparlerà dopo il 15 dicembre. Saranno probabilmente le associazioni degli esuli a farlo arrivare in molte città. Poi, Rosso Istria approderà in televisione. Probabilmente in concomitanza con la Giornata del Ricordo.
Per ora nessuna richiesta ufficiale sarebbe arrivata da Slovenia e Croazia, anche se qualcuno non ha mancato di chiedere informazioni. Difficile che il film venga distribuito ufficialmente nelle sale, ma non dovrebbero esserci problemi se si volessero organizzare proiezioni private. Il costo dell’affitto della pellicola si aggira intorno ai mille euro, ma non è detto che non si possa arrivare a cifre simboliche o quasi a cui andrebbe aggiunto il costo della sala per la proiezione. Somme tutt’altro che stratosferiche, che potrebbero essere facilmente reperite sia tramite canali istituzionali sia tramite iniziative private. Basterebbe la volontà ed il coraggio di portarlo da questa parte del confine.
Sarebbe bello poter vedere il film proiettato a Visinada, che fu teatro di quella orribile storia, e sarebbe bello anche poterlo vedere almeno anche a Capodistria, Pola e Fiume. Potrebbe essere un bel modo per dire che esuli e rimasti hanno condiviso la stessa storia e le stesse paure, ma sarebbe anche un bel modo per far uscire la piccola e timorosa comunità italiana dalle proprie quattro mura, perché Red Land va proiettato in un cinema e non negli spazi angusti delle nostre associazioni. Non è una questione di costi. Ora sono le istituzioni della minoranza da Fiume a Capodistria, ma anche i singoli cittadini, che devono trovare il coraggio o la voglia di muoversi.