Il sindaco di Capodistria Aleš Bržan non ha ancora deciso. Probabilmente il nome del vicesindaco italiano sarà noto lunedì prossimo. Il primo cittadino, però, non ci ha pensato due volte a ribadire che la scelta spetta soltanto a lui.
È da settimane che sta andando in scena un braccio di ferro tra il primo cittadino e la locale Comunità autogestita della nazionalità: per la Can l’unico candidato possibile è Alberto Scheriani, mentre gli uomini che stanno intorno a Bržan non ne vogliono proprio sapere di avere nuovamente ai vertici del comune quello che è visto come uno dei frontman dell'ex sindaco Boris Popovič. Su Scheriani e sulla classe politica ai vertici della comunità italiana di Capodistria, in campagna elettorale, non erano mancati di piovere strali per quello che era considerato un atteggiamento troppo supino, adottato in tutti questi anni nei confronti di Popovič e della sua squadra.
Molti vorrebbero sulla prestigiosa poltrona Ondina Gregorich Dibatè. Quest’ultima, sin dalla campagna elettorale, aveva fatto capire, alquanto eloquentemente, che auspicava un cambio della guardia in città. Del resto nel periodo che aveva trascorso, due mandati fa, in consiglio comunale, si era dimostrata tutt’altro che un’alleata di Popovič e la cosa non aveva mancato di attiragli parecchie antipatie nell’establishment minoritario.
La Can di Capodistria intanto punta i piedi. Ieri l’ennesimo conclave a porte chiuse per discutere della vicenda. I consiglieri capodistriani evidentemente fanno molta fatica a discutere di questioni più o meno importanti con la presenza della stampa. È la seconda volta che si riuniscono in gran segreto in poche settimane. Bržan aveva chiesto alla Can di esprimere l’eventuale dissenso alla nomina di uno o più consiglieri alla carica di vicesindaco. La Can non ci ha pensato due volte a bollare la richiesta come inappropriata e allo stesso tempo a ribadire il suo appoggio alla nomina di Alberto Scheriani.
Era da tempo che i rapporti tra la Can e l’amministrazione cittadina non erano così tesi, bisognerà vedere, però, cosa succederà se Scheriani non dovesse farcela. A quel punto sarà la Can a dover decidere se continuare con il muro contro muro o se ammorbidire le sue posizioni. Intanto gli oppositori di Scheriani, all’interno della minoranza, gongolano. Alle ultime elezioni avevano deciso di non prendere d’assalto la Can, convinti che il suo potere era inattaccabile. Bruno Orlando, che ci aveva provato, alla fine non era nemmeno riuscito a trovare un sufficiente numero di persone disposte a candidarsi contro la lista capeggiata da Scheriani. Ora stanno alla finestra a godersi lo spettacolo, sperando che sia Bržan a fare quello che loro non sono stati capaci nemmeno di tentare di fare.
Stefano Lusa