Hanno risolto vecchi problemi applicando metodi innovativi. È successo a Pirano dove sono bastati pochi mesi e centinaia di denunce spedite dalla locale Comunità autogestita all’ispezione comunale per dare una sferzata all’applicazione del bilinguismo visivo. Adesso pure i cartelloni che pubblicizzano la mortadella hanno le loro belle scritte anche in italiano. Non accade da altre parti, dove la strategia è sempre la stessa ed è sempre perdente. Nessuna denuncia formale, ma timide richieste all’amministrazione comunale e alle varie istituzioni di applicare le regole esistenti. Non li hanno mai ascoltati prima e non li ascolteranno nemmeno questa volta. Se andrà bene metteranno qualche cartello in più o correggeranno le anomalie più vistose. Pirano, invece, ha scelto di agire in maniera “eversiva”: si è limitato utilizzare i decreti esistenti ed a chiedere che venissero applicati, innondando di segnalazioni gli organismi preposti. Anche se non avessero ottenuto nessun risultato concreto (e non è stato così) almeno avrebbero evitato che anche questa volta si possa dire che tutto va bene in materie di tutela della comunità italiana e che non ci sono problemi, come testimoniato dal fatto che nessuna segnalazione di malfunzionamento è pervenuta.
Da alte parti non è così ed i risultati si vedono. A Capodistria, continueremo anche quest’anno a subirci “Fantazima”, lo spettacolo di luci voluto dall’ex sindaco Boris Popovič, che nemmeno per questo Natale ha trovato la sua versione italiana. Il problema è che per ottenere qualcosa bisogna mettersi di impegno ed a farlo devono essere prima di tutto i rappresentanti politici della minoranza, poi le istituzioni della comunità nazionale e anche i loro numerosi impiegati.
Per capirlo basti pensare che ci avevano promesso che a settembre il decreto unitario sul bilinguismo nei quattro comuni costieri avrebbe iniziato il suo iter di approvazione. Il documento era stato promosso dalla Comunità autogestita costiera e faticocamente armonizzato con quelle comunali. Il progetto era stato presentato nel corso di un coordinamento con i quattro sindaci ed in quell'occasione il testo era stato anche consegnato ai primi cittadini ed ai funzionari comunali. A Pirano recentemente i consiglieri comunali hanno chiesto che fine ha fatto. Dal comune hanno promesso che chiederanno lumi. Da altre parti gli esponenti della minoranza non sanno nemmeno se la Comunità autogestita costiera ha approntato la versione definitiva del testo o se il documento è stato formalmente inviato alle municipalità. In fondo i rappresentanti della comunità nazionale sono oramai espressione del paese in cui viviamo, dove (come nel caso delle normative anti-Covid) si approvano delle cose, ma poi non si capisce bene chi dovrebbe applicarle. Oramai le elezioni si avvicinano. In assenza di programmi e strategie molti dei candidati della minoranza porrebbero presentarsi in una lista comune dal nome esplicativo: “Vai avanti tu che mi vien da ridere”.
Stefano Lusa