Carlo Verdone, sono settanta. Un compleanno importante che l'attore, regista, sceneggiatore romano affronta con spirito positivo. "Che dirvi? So' tanti. Ma la mente è lucida e le anche robuste. La corsa continua!", ha scritto sul suo profilo Instagram. Ventisette film da regista, trentanove da attore, con l'ultima fatica, la commedia "Si vive una volta sola", bloccata dalla pandemia, Verdone vanta quarant'anni di carriera sul grande schermo in cui ha dato vita a una galleria di personaggi comici entrati nell'immaginario collettivo con cui ha raccontato vizi e virtù degli italiani e fotografato il Paese. A partire da "Un sacco bello", film cult per eccellenza prodotto da Sergio Leone che nel 1980 lo consacra definitivamente, con tutte quelle maschere tratte dal suo repertorio: il logorroico Furio, il coatto Enzo, il qualunquista Anselmo, per citarne solo alcuni. L'anno dopo il successo continua con "Bianco rosso e Verdone", in cui si fa accompagnare da Elena Fabrizi, la celebre Sora Lella. Poi arrivano i due film con Alberto Sordi, che lo ha eletto a suo discepolo prediletto, "Troppo Forte" e "In viaggio con papà". Con il passare degli anni i toni comici si sono alternati anche con storie un po' più amare, da "Compagni di scuola" a "Viaggi di nozze" in coppia con Claudia Gerini, una delle sue attrici preferite, a "L'amore è eterno finché dura" fino a "Grande grosso e Verdone", del 2008, ritratto di un'Italia in cui, per dirla con lo stesso attore-regista, "i cafoni se ne vanno a spasso spedito verso i vertici della società". E oggi? Un film sulla pandemia firmato da Carlo Verdone non lo vedremo. "Meglio sorridere, il cinema deve dare un po' di speranza", risponde a chi glielo chiede. (ornella rossetto)
Suggerimenti
Nessun risultato trovato.
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca