Fra i tanti progetti espositivi dedicati all'Alighieri nell'anno del settecentenario della sua morte, una mostra senza uguali. A ospitarla è la città di Forlì, una delle tappe dell'esilio del poeta, che vi soggiornò nel 1302 presso gli Ordelaffi, "Dante. La visione dell'arte", allestita negli spazi dei Musei di San Domenico in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi. Un racconto della figura e dell'opera del padre della Divina Commedia che si dipana lungo sette secoli di storia e di arti visive in Italia e in Europa, tra capolavori firmati da grandi maestri e stili e visioni diversissime. 300 le opere esposte, 50 delle quali - importanti dipinti, sculture e disegni - arrivano da Firenze, ma sono molti anche i prestiti internazionali. Una ricchezza di materiali straordinaria per documentare l'interrotta fortuna della poesia dantesca, la sua potenza visionaria, fonte di ispirazione e grazie alla ricchezza dei suoi contenuti di infinite rivisitazioni. Cimabue, Giotto, Beato Angelico, Michelangelo, interpreti magistrali del Giudizio universale. L'Ottocento che riscopre in chiave romantica temi e personaggi resi immortali come Paolo e Francesca e il Conte Ugolino. La fama di Dante nel Rinascimento, che con il suo culto umanistico dell'uomo quale centro del mondo, ha celebrato il poeta in ritratti come quello celebre di Andrea del Castagno, conservato agli Uffizi e fresco di restauro. Al fascino della figura dantesca non sono sfuggite neppure le avanguardie storiche: ecco quindi in mostra le opere di Boccioni, Casorati, Picasso e tanti altri grandi artisti del Novecento.
L'esposizione, curata da Antonio Paolucci e Fernando Mazzocca, si potrà visitare, salvo proroghe, fino all'11 luglio.
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