È un gran bene che da un po' di tempo anche "La Ricerca" sia oggetto da parte del Centro di ricerche storiche di Rovigno della promozione di cui godono le sue riviste maggiori. Se infatti pubblicazioni come gli Atti, i Quaderni, i Documenti o le Ricerche sociali rappresentano il punto di arrivo delle attività di ricerca del Crs, il bollettino spesso anticipa lavori ancora in divenire, offrendo spunti scaturiti in corso d'opera, con il proposito, che il curatore Nicolò Sponza ricorda in apertura di questo nuovo numero, "di favorire una comunicazione più immediata e puntuale con i lettori". Fedele a un'impostazione olistica, la rivista si ripropone dunque all'insegna di una stimolante varietà di contributi che hanno per tema la complessa civiltà dell'Adriatico orientale. Così lo storico dell'arte Marino Baldini si occupa della statua di Sant'Eufemia del duomo di Rovigno, una perla del patrimonio sacro e artistico istriano, generalmente ritenuta di età gotica o un'opera provinciale del Cinquecento, e che lo studioso giunge invece ad attribuire niente meno che all'artista rinascimentale Andrea Mantegna, uno dei massimi rappresentanti dell'arte italiana del Quattrocento, sulla base di affinità, in particolare, con la pala realizzata dal maestro veneto per la cattedrale di Sant'Eufemia a Irsina ( Basilicata) oggi conservata al Museo di Capodimonte a Napoli. Interesse suscitano, poi, le pagine dedicate alle piene del Quieto nella valle di Pinguente, a partire da quella distruttiva del 1774 che travolse nove mulini e costò la vita a dodici persone di cui conosciamo nome e cognome, perché le vittime furono registrare dai parroci nel libro dei morti "ad perpetuam rei memoriam". In un altro articolo si ripercorrono le vicende del bagno di Stoia, caro ai polesani, inugurato nel 1919. Una curiosità: l'autore David Orlović ci informa che Stoia è toponimo di origine croata che si è sostituito a un più antico Signole, derivato da 'segnale', caduto in disuso già nell'Ottocento. (ornella rossetto)