Da un lato Zoran Mušič, con i suoi celebri cavallini, i motivi dalmati, e i tragici disegni che riportano alla prigionia del pittore nel campo di concentramento di Dachau. Dall'altro Max Fabiani, con il Narodni dom di Trieste, uno straordinario progetto di "aria condizionata urbana" alla maniera di Leonardo e una serie di cartoline postali acquerellate con la firma del grande architetto dell'Impero. Due artisti che hanno rappresentato la cultura regionale del Friuli Venezia Giulia nella più ampia dimensione europea. Li mette in parallelo una doppia mostra aperta alla Galleria comunale d'arte contemporanea di Monfalcone, "Sguardi transfrontalieri", un'esposizione nata da un'iniziativa del Comune, con la collaborazione di soggetti pubblici e privati, fra i quali il maggiore collezionista di Mušič, Maurizio Zanei.
Del maestro goriziano, morto novantaseienne a Venezia nel 2005, unico ad essere stato ospitato con una personale ancora vivente al Museo d'arte moderna di Parigi, sono esposti quasi un centinaio di disegni e dipinti di grande spessore e in parte assai poco noti, creati lungo cinquant'anni di attività artistica, tra gli anni Quaranta e la fine dei Novanta. Cui si aggiunge, al Museo della cantieristica, il pannello sullo splendido arazzo realizzato per la sala delle feste del transatlantico Augustus.
Preziose anche le testimonianze sulla figura e l'opera di Max Fabiani, nato a San Daniele del Carso nel 1865 e morto a Gorizia nel 1962, uno dei maggiori e più celebrati architetti e urbanisti della Mitteleuropa, dalla lunga e operosissima carriera, legato a Monfalcone per il contributo dato alla realizzazione del piano regolatore cittadino nel 1921.
La mostra, ideata nel percorso di avvicinamento a Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della cultura 2025, rimane aperta fino al 27 novembre, ma occorre fare un po' di attenzione all'orario: si visita il mercoledì mattina, venerdì pomeriggio, sabato e domenica.