Un nuovo incontro e dialogo a riconferma di concetti che di anno in anno si identificano con il tema della frontiera nella sua accezione positiva. La frontiera intesa come contatto, dialogo, reciproca interazione, superamento delle chiusure, fisiche e mentali. Il Forum Tomizza rimane fedele a questo concetto di fondo fissato nel lontano 2000 dal suo ideatore, lo scrittore Milan Rakovac, amico fraterno di Fulvio Tomizza. L’aspetto inquietante individuato dagli organizzatori è quest’anno quello della fuga nella propria interiorità di poeti, autori e artisti, che vedono sempre più ridotto il loro spazio d’azione, una forma subdola di autoesclusione determinata dalle avversità oggettive. Intellettuali italiani, sloveni, croati, bosniaci e serbi durante i tre giorni di dibattito a Trieste, Capodistria e Umago ne esamineranno l’origine e le cause. Tra questi lo scrittore e autore di drammi croato Slobodan Šnajder, il giornalista e scrittore bosniaco Emir Imamović Pirke, il regista e direttore dello Stabile del Friuli Venezia Giulia Franco Però, il giornalista e direttore del Museo del mare di Pirano Franco Juri, la sociologa serba Janja Beč Neuman. L’edizione di quest’anno è dedicata alla prematuramente scomparsa Patrizia Vascotto, docente universitaria e instancabile operatrice culturale di Trieste, per lunghi anni uno dei pilastri del Forum. Domani pomeriggio alla Biblioteca Civica di Capodistria, nel quadro dell’anteprima del Forum, da segnalare l’incontro con la scrittrice italiana, figlia di un'ebrea triestina e di un palestinese fuggito in Italia, Widad Tamini, che oggi risiede a Lubiana, e la presentazione della traduzione slovena del suo romanzo “Le rose del vento”, storia di destini incrociati nel martoriato mondo mediorientale.