Un’edizione sempre più ricca, con molte iniziative e attività collaterali e legata alla Capitale europea della Cultura. Sono solo alcuni dei temi che s’incrociano nella ormai prossima edizione, la 36 esima, del Trieste Film Festival, in programma dal 16 al 24 gennaio nel capoluogo giuliano, presentata questa mattina a Trieste.
Si parte il 16 gennaio al Teatro Miela, come ha spiegato la direttrice artistica Nicoletta Romeo, con “Wishing on a star”, del regista slovacco-ungherese Peter Kerekes, girato anche in Italia, in Friuli Venezia Giulia e in Campania, che propone il ritratto di un’astrologa napoletana che cerca di cambiare il destino dei suoi clienti. Il 20 gennaio è in programma l’apertura del Politeama Rossetti, con “Lo spartito della vita”, del regista tedesco Matthias Glasner, vincitore dell‘Orso d’Argento per la miglior sceneggiatura: un’opera tragicomica tra malattie, amori, rapporti disfunzionali e genitorialità confuse, che si lega al tema del festival, quello della famiglia.

Foto: Martegani
Foto: Martegani

Si tratta però, ha sottolineato Romeo, di “un festival sterminato”, che propone film per tutti, ma anche molto raffinati, con uno sguardo internazionale, ma molto attento anche alle produzioni della regione, e con molte opere che rappresentano una via di mezzo fra i documentari e i film, genere sempre più apprezzato.
Molte le iniziative collaterali, fra queste “When east meets West”: quattro giornate organizzate all’hotel al Savoia, che riuniranno 600 professionisti del cinema per favorire i contatti e le realizzazioni di progetti. In mostra anche 50 progetti cinematografici europei di vario genere, con un focus sull’Intelligenza artificiale.

Foto: Martegani
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Nel corso della presentazione è giunto anche un appassionato appello da parte dell’assessore alla cultura del Comune di Trieste Giorgio Rossi, che ha colto l’occasione per ricordare come “Cultura non significhi solo organizzare eventi di valore e apprezzati, mostre e incontri, ma anche pensare al futuro, all’Europa, che sembra sempre più sovranista ed egoista, Il messaggio che dobbiamo dare – ha aggiunto rivolgendosi soprattutto ai giovani - è che cultura è diffondere il libero pensiero, il principio che si può cambiare idea, e che si deve essere liberi di comprendere ciò che ci capita attorno. Il messaggio culturale richiede oggi un impegno verso un serio cambiamento, che non stiamo vedendo, perché non riusciamo ad uscire dalla catena delle ideologie. Il messaggio che bisogna dare è che non si più essere cristallizzati, ma bisogna guardare avanti, fare un passo avanti lascando il passato alle spalle, soprattutto nel mondo della cultura, che è l’unico mezzo per combattere un sistema che è fragile e immobile”.

Alessandro Martegani