“È una testimonianza importante per i giovani, perché capiscano quanto abbiamo fatto e non rinuncino alle nostre conquiste: quegli anni per me sono stati impegnativi, ma anche ricchi di soddisfazioni”. Con queste parole Salome, artista, una delle personalità più famose nella comunità LGBT in Slovenia, ha commentato la proiezione del documentario “LGBT_SLO_1984”, del regista Boris Petkovič.
Il film, presentato nel corso dell’LGBT Film Festival di Lubiana, è stato proposto in anteprima in Italia al cinema Ariston di Trieste, in collaborazione con l'Associazione DIH e La Capella Underground, e racconta, attraverso le immagini dell’epoca e le interviste ai protagonisti diretti, i 34 anni dell'attivismo per l'affermazione deo diritti delle persone LGBT in Slovenia.
Proprio la Slovenia, racconta il documentario, è stata la prima repubblica della Jugoslavia a decriminalizzare l’omosessualità, e dopo le manifestazioni del 1968, la comunità LGBT cominciò a prendere coscienza tramite degli eventi nei locali notturni, cominciando a creare uno stile in cui la comunità gay potesse riconoscersi.
Come ha raccontato prima della visione Boris Petkovič, proprio il Magnus Festival di Lubiana del 1984, organizzato in una piccola sala, con film spesso in VHS a bassa qualità, a volte anche con la pubblicità, è considerato il primo film festival LGBT in Europa e uno dei primi al mondo.
I primi locali gay, nati alla fine degli anni 80 e molto frequentati, contribuirono ad aprire la comunità LGBT slovena al paese.
La svolta ci fu però ancora una volta con l’arrivo prima delle riviste a larga diffusione, e poi con la rete, che da una parte fece prendere coscienza alla comunità LGBT di quanto fosse diffusa e radicata nel paese, dall’altra però fece anche emergere a livello nazionale episodi d’intolleranza e omofobia, a cui la comunità reagì con delle manifestazioni.
In quegli anni cominciarono anche le prime conquiste, come ha raccontato uno dei protagonisti presenti in sala accanto a Salome, Miha Lobnik: “Le forze politiche liberali e di sinistra hanno stentato a dichiararsi apertamente a favore dei diritti LGBT in Slovenia, e forse la svolta fu il referendum del 2012, che, nonostante il risultato, ha unificato tutte le forze politiche sensibili alla causa”.
Un altro passo fu compiuto con l’integrazione europea che richiese la tutela dei diritti di tutti, arrivando anche, non senza lacerazioni, all’approvazione delle unioni gay.
Nella pellicola le storie e le voci di chi vissuto e combattuto prima per uscire allo scoperto, poi per affermare dei diritti, e infine per l’integrazione, accompagnano gli spettatori attraverso un cambiamento di atteggiamento nel paese e all’interno della comunità LGBT, sempre più conscia della propria identità e dei propri diritti, mentre la Slovenia da una parte imparava ad accettare le diversità, dall’altra, con sempre minor frequenza ma non minore intensità, attaccava la comunità LGBT.
“Questo film – ha detto Miha Lobnik - ci ha permesso di guardarci da fuori e capire come il mondo ci vedeva”.
Alessandro Martegani