Foto: Comune di Trieste
Foto: Comune di Trieste

Trasformare il recupero del Porto Vecchio anche in un’occasione per intitolare le nuove strade a personaggi che hanno fatto la storia della città.
È questa la proposta avanzata dall’associazione Triestebella, che si occupa di valorizzare la storia e i patrimoni del Capoluogo giuliano.
Mentre sono in corso le procedure di assegnazione dei lavori della riqualificazione dell’antico scalo, l’organizzazione ha messo nero su bianco le possibili intitolazioni da sottoporre all’ufficio toponomastica del Comune, accanto, come ha spiegato il presidente Ezio Righi, ad altre misure di qualificazione dell’arredo urbano nel centro storico della città.

Enrico Mazzoli ed Ezio Righi (Foto: Martegani)
Enrico Mazzoli ed Ezio Righi (Foto: Martegani)

“Il Porto vecchio è una costruzione monumentale nella sua omogeneità – dice Righi - ed è stato costruito con criteri lungimiranti, contrariamente a tutti gli altri porti del Nord Europa. A un certo punto ha cessato la sua funzione, perché tutto è stato trasferito al Porto nuovo ed è rimasto questo bellissimo monumento storico intatto, così com'era. Oggi noi dobbiamo preservare l'unicità di questi luoghi che testimoniano la grandezza di un'epoca e della città, anche attraverso un'omogeneità dei nomi, delle vie, delle intitolazioni, non inserendo caratteri estranei”.
Fra le proposte ci sono i nomi di Carl Weyprecht (ufficiale della marina austroungarica che organizzò e diresse la spedizione polare fra il 1872 il 1874, e inventore dell’Anno polare internazionale, che segnò il passaggio dalle gare delle singole spedizioni alla cooperazione scientifica mondiale nell'esplorazione delle regioni polari, esperienza che dura ancora oggi), Bernhard von Wüllerstorf - Urbair (alto ufficiale di Marina, inventore e navigatore, che diede il via alla costruzione del Porto vecchio), Giorgio Zaninovich (architetto autore di molti palazzi storici della città, come la sottostazione elettrica e l’entrata monumentale del porto), Edoardo de Orel (tipografo e inventore dello stereoautografo, strumento utilizzato in fotogrammetria, tecnica che utilizza immagini fotografiche di un oggetto per ricavarne le dimensioni, e nella cartografia)e Diego de Henriquez (specialista nel recupero in mare di reperti bellici, studioso e collezionista di cimeli).
Non mancano le donne come Elisa Breig (botanica, dama di compagnia di Giuseppina Bonaparte e vedova di Giacchino Murat, che visse a lungo a Trieste), e Marta Furlani, prima donna a conseguire la laurea in geologia a Vienna e unica a diventare presidentessa della Società di Geologia austriaca, autrice di studi sulle Dolomiti).
Accanto alle intitolazioni, l’associazione ha anche sottolineato come sia necessario valorizzare il significato storico di opere e luoghi in città, come i monumenti all’arciduca Ferdinando Massimiliano in piazza Venezia, a Sissi in piazza Liberà, a Ressel sul Canal Grande o a Carlo VI in piazza Unità, con dei “totem” informativi a beneficio dei turisti ma anche di molti triestini residenti, che potranno approfondire la conoscenza della storia della città.

Alessandro Martegani