Questa volta Fabio Tuiach non ha innescato solo polemiche e reazioni sdegnate, ma anche vere e proprie azioni che ne chiedono la rimozione dal consiglio comunale. Le ultime uscite del consigliere comunale ultracattolico e di estrema destra di Trieste, che, commentando il pestaggio di un appartenente alla comunità LGBT, aveva detto che “In più di un terzo dei paesi del mondo non esiste il problema omofobia perché per i gay c’è il carcere o la pena di morte”, hanno prima suscitato reazioni sdegnate, e poi fatto muovere anche le istruzioni.
Il caso è giunto anche in Consiglio regionale, dove il consigliere del Pd, ed ex sindaco di Trieste Roberto Cosolini, ha ricordato che “ Tuiach non è nuovo a prese di posizione pubbliche di questo genere, caratterizzate da ricorrente omofobia, da disprezzo verso ogni genere di diversità e da intento apologetico del nazismo, ultima delle quali la pubblicazione sul social network VK di una fotografia di Hitler in occasione della Giornata della Memoria”. Il consigliere ha interrogato la giunta per sapere se “non ci siano i presupposti per l’applicazione della legge regionale 23 del 1997, che prevede la possibilità per il Governatore di procedere, su deliberazione della giunta, alla “rimozione degli amministratori locali quando compiono atti contrari alla Costituzione o per gravi e persistenti violazioni di legge o per gravi motivi di ordine pubblico".
L’iniziative è stata appoggiata anche da Furio Honsell di Open FVG, e analoga richiesta è stata avanzata anche dai gruppi consiliari del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale e comunale di Trieste. “Sono anni – dicono i 5 Stelle - che leggiamo post del consigliere Tuiach, sempre contro le persone appartenenti al mondo Lgbt: non si può più rimanere a guardare e limitarsi a stigmatizzare ogni volta che accade. Tuiach non mantiene quel decoro che dovrebbe essere proprio di un membro delle istituzioni”.
Per chiedere le dimissioni di Tuiach è stata anche avviata una petizione online che ha già raccolto più di 2 mila adesioni in poco tempo.
Anche la comunità LGBT si sta muovendo e ha indetto una manifestazione per dire “Basta all’omofobia nel Consiglio comunale”. “Davanti a queste e altre parole inaccettabili - dice l’Arcigay di Trieste e Gorizia - non solo chiediamo le sue dimissioni, ma denunciamo per l’ennesima volta l’omolesbobitransfobia strisciante nel consiglio comunale e chiediamo una chiara presa di posizione delle forze realmente democratiche”.
In questo clima intanto hanno fatto discutere anche le iniziative del movimento Pro Vita & Famiglia, che da qualche settimana ha lanciato nel paese una campagna antiabortista e in particolare contro l’uso della pillola abortiva RU486. Anche a Trieste sono apparsi manifesti con la scritta "Prederesti mai del veleno?" e l’immagine di ragazza esanime con una mela in mano, paragonando quindi a un veleno la pillola abortiva, presidio regolarmente autorizzato dalle autorità sanitarie italiane.
Alessandro Martegani