
Il tema della sicurezza e dei veri o presunti legami fra criminalità e immigrazione clandestina ha messo in luce tutta la distanza di visione fra centro destra e centro sinistra anche all’interno del Consiglio comunale di Trieste, che ha dedicato una seduta straordinaria proprio alla situazione della criminalità in città, che ha portato all’istituzione delle zone rosse.
Il centro sinistra, che aveva proposto la convocazione, aveva anche chiesto la presenza del Prefetto e del Questore dall’opposizione, ma in apertura il presidente Francesco Panteca ha annunciato che non avrebbero partecipato, chiarendo il ruolo del comitato per l’ordine e la sicurezza e soprattutto del Prefetto che, ha detto, non è soggetto all’indirizzo politico dell’amministrazione comunale, così come ha fatto analogamente il Questore. Entrambi però si sono resi disponibili a ricevere la conferenza dei capigruppo,

Luca Salvati del Pd ha illustrato le ragioni della richiesta del Consiglio straordinario, dedicato a un tema diventato, ha detto, “prioritario per questa città”. “Capisco ma non condivido la scelta del Prefetto e del Questore di essere presenti, pur ringraziando per la disponibilità a ricevere i capigruppo” ha detto, sottolinenado come gli episodi criminosi siano aumentati a Trieste, in particolare quelli legati a piccoli reati come, furti, scippi, risse o aggressioni. Di fronte questo fenomeno ha ricordato, la risposta sono state le zone rosse, quando invece bisognerebbe lavorare sul sociale, partendo dai ricreatori, che devono essere centri di aggregazione ed educazione. Se la sicurezza è una delle priorità della destra, ha detto, “Come mai si continua a tergiversare nel centro destra nell’attuazione del vigile di quartiere? Forse la ragione è che lo chiede il centrosinistra”.
Sulla sicurezza assistiamo a una sconfitta di fatto di questa maggioranza. Quali sono le proposte del centro destra per questa città?”
“Assistiamo – ha continuato - a una sconfitta di fatto di questa maggioranza, che non può fare nulla se non chiedere alla cittadinanza di tutelare la sicurezza con il controllo di vicinato, o puntare alla privatizzazione di un aspetto fondamentale dell’amministrazione come quello della sicurezza”. “Quali sono – ha concluso Salvati – le proposte del centro destra per questa città?”
Il dibattito ha vissuto un’inconsueta partecipazione da parte di tutti i consiglieri, maggioranza e opposizione, con numerosi interventi, che però hanno messo in luce soprattutto la distanza fra i due schieramenti
Il Sindaco Roberto Dipiazza, commentando l’intervento di Salvati, ha invitato alla coerenza: “in quest’aula ho sentito più volte decise opposizioni all’armamento della polizia locale, ci vorrebbe un po’ di coerenza. Guardate cosa succede nelle altre città, la situazione è ben peggiore!”.
Laura Famulari del Pd ha ribadito il peggioramento della situazione, definita un “fallimento sociale”: “non si erano mai visti in questa città scippi in pieno giorno”, e “il disagio sociale aumenta, in particolare fra i giovani, e le risposte data dall’amministrazione, armamento compreso, non bastano”.
Negozi, servizi, residenti: tutti penalizzati da un marchio che non ha nulla di legittimo: queste “zone rosse” servono solo a nascondere l’assenza di una strategia vera".
“La sicurezza non è una percezione, ha aggiunto Alessandra Richetti dei 5 Stelle, chiedendo dati concreti sulla situazione e di operare sul versante sociale. “Quando si usano provvedimenti eccezionali senza basi oggettive, si calpestano i diritti costituzionali e si costruisce una città divisa, dove la paura diventa strumento politico: si sta creando il ghetto istituzionale del disagio sociale, con danni diretti a chi ogni giorno vive, lavora o gestisce un’attività in quei quartieri. Negozi, servizi, residenti: tutti penalizzati da un marchio che non ha nulla di legittimo. Queste “zone rosse” servono solo a nascondere l’assenza di una strategia vera”.
Valentina Repini del pd ha ricordato che negli anni le volanti in servizio sono state drasticamente ridotte, e non sono stati fatti investimenti da parte dello Stato sugli organici. “Nel consiglio abbiamo una deputata del Fratelli d’Italia e nella giunta una sottosegretaria all’economia: la Giunta deve chiedere al Governo maggiori risorse sulla sicurezza”.
“Il progressivo aumento della microcriminalità è sotto gli occhi di tutti – ha aggiunto Rosanna Pucci del Pd -, tutti i quartieri di Trieste ne sono colpiti indistintamente da San Vito al centro fino al Carso. Le zone rosse che sono state istituite sono stati pannicelli caldi”.
La destra continua a ripetere che la sicurezza è un suo cavallo di battaglia, mentre è molto più banalmente uno dei suoi temi preferiti di propaganda".
Nel Pd Štefan Čok ha richiamato l’attenzione sui controlli ai confini, un’operazione, ha detto, che in realtà non ha avuto alcun risultato, anche perché solo pochi valichi sono presidiati. “Gli arresti di passeur ci sono stati – ha aggiunto Giovanni Barbo, capogruppo del Pd - ma dietro i confini, i controlli ai valichi non c’entrano”.
“Di fronte alla situazione allarmante in città - ha detto Riccardo Laterza di Adesso Trieste - la destra continua a ripetere che la sicurezza è un suo cavallo di battaglia, mentre è molto più banalmente uno dei suoi temi preferiti di propaganda. Nonostante sia al governo a tutti i livelli l'istituzione del vigile di quartiere è sparita dalla sua agenda, di intervento sociale ed educativo nei rioni non se ne parla, mentre si vuole appaltare la sicurezza a cittadini volontari, anziché fare in modo che contribuiscano alla socialità e vitalità degli spazi pubblici”.
La sicurezza sarà pure il cavallo di battaglia della destra, ma spiace evidenziare che il cavallo è perito sul campo”.
“La sicurezza sarà pure il cavallo di battaglia della destra - ha commentato Paolo Altin di Punto Franco - ma spiace evidenziare che il cavallo è perito sul campo”. “Siamo a nove anni di amministrazione di centrodestra in città, sette anni di governo della Regione di centrodestra e abbiamo un governo di destra-centro a livello nazionale. Ma questi non erano quelli che avevano promesso di mettere al primo posto la sicurezza? Perché a questo punto mi viene un dubbio: o sono totalmente incapaci o stanno (e state) completamente sbagliando ricetta”. A nulla sono servite le telecamere. A nulla sono servite le zone rosse. A nulla è servito sgomberare i migranti, spesso identificati come gli unici e i soli responsabili della criminalità e del degrado sociale cittadino. O, forse, bisognerebbe smetterla di usare il tema della sicurezza come bandiera da sventolare in campagna elettorale o come spauracchio per raccogliere consensi e farne un punto di impegno serio e responsabile anche lavorando o trovando delle sinergie con l’avversario politico del momento”.
Il controllo della sicurezza passa per il potenziamento delle forze dell’ordine ma anche per un controllo dell’immigrazione irregolare a cui spesso sono legati i fenomeni di criminalità”.
“La sicurezza è un tema complesso e non si può affrontare con soluzioni semplici”, ha concluso Giorgio Sclip, di Punto Franco, sottolineando anche la necessità di affrontare la situazione con politiche sociali e non solo con l’aumento delle forze di polizia.
La prima risposta del centrodestra è arrivata da Alberto Polacco, capogruppo di Forza Italia, che ha ricordato gli investimenti fatti sul personale della polizia locale, e sugli strumenti di sorveglianza. “Il controllo della sicurezza passa per il potenziamento delle forze dell’ordine ma anche per un controllo dell’immigrazione irregolare a cui spesso sono legati i fenomeni di criminalità”, ha aggiunto.
La destra fa una cosa che la sinistra non fa, riconosce il problema dell’immigrazione clandestina".
Il legame fra immigrazione clandestina e criminalità è stato il binario degli interventi del centro destra, ribadito anche da Massimo Codarin, di Fratelli d’Italia: “Proprio questo tema – ha detto – è alla base del successo della forze di destra in Europa, perché la destra fa una cosa che la sinistra non fa, riconosce il problema dell’immigrazione clandestina”. Anche Stefano Bernobich capogruppo della Lega ha sottolineato come la causa dei casi di violenza sia la presenza in città di “etnie che hanno una cultura diversa dalla nostra e che non hanno alcuna intenzione d’integrarsi”, al contrario di quanto hanno fatto altre comunità, come quella serba “che invece si è integrata perfettamente”. “Quando lanciavamo l’allarme criminalità e immigrazione - ha detto Ivo Gherbassi della Lega rivolto all’opposizione – ci accusavate di voler alimentare il clima di timore, ora siete voi i primi a parlare di sicurezza.”
I casi di violenza sono legati la presenza in città di etnie che hanno una cultura diversa dalla nostra e che non hanno alcuna intenzione d’integrarsi”,
Salvatore Porro di Fratelli d’Italia, ha poi ricordato come da anni avesse proposto il vigile di quartiere: “La sicurezza è sempre stato un cavallo di battaglia del centro destra, non può che farmi piacere – ha aggiunto - che ora il centro sinistra ci dia una mano”.
“I problemi ci sono e vanno affrontati, e non credo si possa dire che non ci sono stati sforzi per intervenire”, ha detto Giorgio Medau, capogruppo di Fratelli d’Italia, dichiarandosi assolutamente contrario a nuove strutture per accogliere richiedenti asilo: “La gran parte dei casi di criminalità – ha aggiunto - è commessa da stranieri”.
Anche Gabriele Cinquepalmi e Corrado Tremul di Fratelli d’Italia hanno sottolineato la differenza di visione sul tema fra il centro destra e l’opposizione, in particolare sul legame fra immigrazione clandestina e aumento della criminalità. “La cultura del coltello e del branco non appartiene alla mia generazione” ha detto Tremul, chiedendo che alle organizzazioni che accolgono minori non accompagnati venga attribuita anche la responsabilità di quello che fanno gli assistiti.
La replica della giunta è stata affidata al termine del dibattito all’assessora Caterina De Gavardo, che ha ricordato come la sicurezza sia la base per lo sviluppo di ogni città. Attualmente la Polizia locale di Trieste impiega per presidiare il territorio contro il degrado urbano 35 agenti, e le denunce per questo tipo di reati sono in aumento, 713 nel 2024, triplicate rispetto al 2022, “un segnale che la città non si vuole rassegnare e dimostra un alto senso civico”. De Gavardo ha ricordato provvedimenti come il Daspo Urbano, o il progetto di aumentare la videosorveglianza, “che sarà fondamentale nei prossimi anni”. “Valuteremo – ha aggiunto - un rinnovo dei provvedimenti comunali nelle zone rosse, in scadenza a fine marzo, se necessario”.
Trieste è una città accogliente, ma nella mia visione si entra solo regolarmente e rispettando le leggi”.
De Gavardo ha anche annunciato nuovi concorsi per sostituire gli agenti andati in pensione, e riguardo il vigile di quartiere, ha sottolineato come si tratti di una figura ancora da definire e che dovrebbe affrontare situazioni molto complesse. “Il controllo di vicinato – ha detto – non è delegare la sicurezza ai cittadini, ma è un coinvolgimento spontaneo, è dare un’applicazione ufficiale al senso civico”. “Nessuno ha la bacchetta magica – ha concluso - e per risolvere un problema complesso dobbiamo remare tutti assieme. Trieste è una città accogliente, ma nella mia visione si entra solo regolarmente e rispettando le leggi”.
Un ridimensionamento della situazione è poi giunto dalle parole del comandante della Polizia locale, Walter Milocchi: “L’allarme – ha detto - non è causato tanto dall’aumento dei reati, ma dall’evidenza di episodi come risse e scontri avvenuti in zone centrali, rilanciati dai social e dai media”, che hanno aumentato la percezione d’insicurezza. Sono in calo i furti sui mezzi pubblici, e le rapine hanno numeri molto ridotti, mentre aumentano i reati informatici. Anche i casi di spaccio sono sotto controllo e non ci sono “zone di spaccio” in città.
La seduta si era aperta con un minuto di silenzio per la morte del giovane cittadino egiziano detenuto nel carcere triestino del Coroneo, deceduto in ospedale dopo essere stato trovato in fin di vita nella sua cella dove aveva tentato il suicidio.
Alessandro Martegani