È la ventiduesima vittima in meno di tre mesi la carceri italiane, l’ultimo episodio di un fenomeno che peggiora di anno in anno e che nessuno sembra voler realmente affrontare.
L’ultimo caso di suicidio del sistema carcerario italiano è avvenuto al Coroneo di Trieste: un giovane detenuto egiziano, Walid Mohamed Saad Mohamed, è morto in ospedale dopo aver cercato di togliersi la vita nei giorni scorsi.
Era stato trovato nella sua cella, era in isolamento, già in condizione disperate dopo aver cercato di impiccarsi con le lenzuola. Era stato rianimato, stabilizzato e intubato, ma la situazione era apparsa fin da subito molto critica.
Senza fissa dimora, il giovane era stato arrestato per una rapina: aveva aggredito un minorenne ad Alessandria, ma era stato fermato a Trieste. In carcere era stato aggredito da altri due detenuti e messo in isolamento: il suo stesso legale, intervistato dal quotidiano locale il Piccolo, ha dichiarato che il suo disagio era evidente.
Si tratta però di uno delle decine di casi simili che settimanalmente occupano le pagine dei giornali in Italia, e a cui nessuno sembra poter o voler porre rimedio, nonostante le denunce di garanti e giornalisti sulle condizioni ignobili delle carceri italiane, sovraffollate, fatiscenti, con i detenuti abbandonati a loro stessi.
Secondo l’ultimo report del garante dei detenuti in Italia, il 2024 si era chiuso con un triste record di 90 suicidi, il numero maggiore in Campania, Veneto, Lombardia e Toscana, mentre quello avvenuto Trieste, carcere in cui l’anno scorso si era anche verificata una rivolta, è il primo suicidio da più di un anno in Friuli Venezia Giulia. I dati dicono che tre suicidi sui quattro avvengono fra i detenuti in carcare, e uno su due nei primi sei mesi di detenzione. Più della metà detenuti coinvolti erano italiani, gli altri di diverse nazionalità.
Dei 54 istituti in cui si sono verificati suicidi, 51, quasi la totalità, registrano un indice di sovraffollamento superiore a 100, a riprova che la correlazione tra suicidi e condizioni di sovraffollamento, negata recentemente dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio, è concreta.
Guardando al di là del numero delle vittime la situazione, peraltro, si aggrava: nel sistema carcerario italiano lo scorso anno sono attai registrati anche più di duemila tentativi di suicidio, 12 mila atti di autolesionismo, e più di 5 mila casi di aggressioni.

Alessandro Martegani